Insoddisfazione

Redona, la protesta di un comitato di residenti: «Riaprite via Leone XIII, bastava una Ztl»

Il gruppo di cittadini delle vie limitrofe lamenta un corposo aumento di traffico a tutte le ore. La petizione ha raggiunto quasi 120 firme

Redona, la protesta di un comitato di residenti: «Riaprite via Leone XIII, bastava una Ztl»
Pubblicato:
Aggiornato:

«Riaprite via Leone XIII». Questa, in sintesi, la richiesta del comitato "No chiusura Leone13", formato da alcuni residenti del quartiere di Redona a Bergamo, che protestano per gli effetti del divieto d'accesso ai veicoli, che sono quindi dirottati nelle strade limitrofe in un'area residenziale, ma interessata dal traffico che va e viene dalle valli. Ma come - obietterà qualcuno - il progetto "Redona centro" è partito nel 2020, e la questione viene fuori adesso? Ebbene, a quanto pare le controversie si trascinerebbero da parecchio tempo.

Residenti disturbati dal traffico

«Alla fine di quell'anno, l’Ufficio Mobilità e Ambiente del Comune ha ordinato la chiusura al traffico veicolare della via, trasformandola in una piazza - ha spiegato il rappresentante del comitato, Giovanni Gizzo -. Questa via è lo snodo naturale tra le due valli e il centro cittadino, pertanto l’intensa circolazione è stata incanalata lungo le vie del quartiere giorno e notte, 24 ore su 24. C'è un parco pubblico, il Turani, molto frequentato e un’area per attività sportive in via Goisis».

Tra l'altro, la maggior parte delle vie è zona trenta, ma molti veicoli non rispetterebbero i limiti di velocità a detta di Gizzo, il quale sostiene anche che la maggior parte dei residenti non fosse a conoscenza di questa trasformazione urbanistica. «Non è assolutamente vero - ha continuato - che è frutto di una scelta voluta dal quartiere come dice l’Ufficio mobilità e Ambiente: gli abitanti del quartiere, per indurre gli organi competenti a prendere coscienza del problema, hanno sottoscritto una petizione (quando scriviamo, ha raccolto 115 adesioni, si può trovare a questo link)».

Il blocco? «Esagerato, bastava una Ztl»

I membri del comitato sostengono che l’idea originaria, suggerita dall'ex parroco di Redona, don Sergio Colombo, non fosse una piazza ma un punto d'incontro sicuro per le famiglie dei residenti durante le funzioni religiose, le attività di oratorio, l’entrata e l’uscita da scuola. «Il parroco non chiedeva né questo né tantomeno la nascita di un complesso residenziale signorile “Redona Centro” (composto da ben sei palazzi) a scapito del quartiere circostante, nonché a danno di centinaia di famiglie. Basterebbe una chiusura “a tempo”, stile Ztl, come avviene in altre vie cittadine. Il blocco del traffico è stato un'iperbole, tesa solo a soddisfare le esigenze di economicità e profitto di un investimento».

Palazzo Frizzoni sostiene che i residenti siano stati coinvolti nella trasformazione, chi si oppone al provvedimento degli ultimi anni l'esatto opposto. Sta di fatto che, a venir contestato, è anche il monitoraggio sul traffico effettuato a febbraio 2022, in periodo Covid. Con quei dati l'Amministrazione sosteneva che non ci fossero stati grossi problemi con il traffico dopo le modifiche, ma per il comitato non sarebbe da considerare, perché i rilievi sarebbero avvenuti in un periodo in cui la mobilità era ancora ridotta. Tant'è che, dopo le proteste, ne è stato pianificato un altro per il prossimo settembre. Nel frattempo, accanto alla richiesta di riaprire la strada, ci sono anche quelle dell'istituzione di una Ztl, la zona trenta nelle vie Goisis, Don Orione e Don Gnocchi e un controllo attivo dei limiti di velocità, ad esempio con dei dossi.

Seguici sui nostri canali