I Sommozzatori di Treviglio in Emilia-Romagna: «A mente fredda si realizzano i rischi corsi»
Il gruppo di 12 volontari ha aiutato 25 famiglie per un totale di 130 persone, ma ha vissuto momenti difficili e di paura
Erano in una dozzina e hanno raggiunto fino a 25 famiglie per un totale di un 130 persone sfollate. I Sommozzatori di Treviglio sono partiti per l'Emilia-Romagna alluvionata martedì 16 e sono tornati venerdì 19, per farsi dare il cambio da un'altra squadra che ha continuato le operazioni. A Solarolo, Massa Lombarda e Sant’Agata sul Santerno, nel Ravennate hanno cercato di fare il possibile per salvare vite, far arrivare beni di prima necessità e aiutare chi si trovava isolato o nel fango. È capitato loro di recuperare anche un corpo senza vita.
Il presidente Passera «In piedi dalle 6 alle 23»
Il presidente Giacomo Passera
Lo ha raccontato ai colleghi di Prima Treviglio Giacomo Passera, fondatore e presidente del Nucleo Sommozzatori di Treviglio, segnato da un'esperienza così forte, tra le più dure dei suoi trent'anni da sommozzatore. «In piedi dalle 6 fino alle 23, poche ore di sonno in branda, cibo quando arrivava e poi di nuovo al lavoro. Una squadra di 12 volontari che ringrazio per l’impegno e la professionalità dimostrata. Partito anche un carroattrezzi per recuperare il veicolo in panne, a cui la corrente ha anche strappato la targa anteriore. Forse tra un paio d’anni vedremo qualche soldo, intanto però dobbiamo affrontare la spesa».
La paura
Sono stati quattro giorni intensi per lui e la sua squadra, tanto che ammette di aver avuto paura, ma sottolinea: «L'importante è non mostrarla, perché bisogna dare coraggio a chi è in difficoltà. Una volta a casa, quando ci si rilassa, a mente fredda si realizzano i rischi corsi. Un bagaglio che porterò sempre con me».