Mentre stamattina (venerdì 3 ottobre) prosegue a Bergamo la manifestazione per Gaza dei lavoratori in sciopero, in seguito al blocco delle navi della Global Sumud Flotilla, Dario Crippa è ancora in mano alle autorità israeliane.
Ancora trattenuto dagli israeliani
Il 25enne, figlio dell’assessore ai Servizi per l’infanzia Marzia Marchesi, si era imbarcato a bordo dell’Otaria facendo rotta verso la Striscia, ma la nave com’era prevedibile non è riuscita a oltrepassare il blocco navale imposto da Tel Aviv: il giovane è stato fermato alle prime ore di ieri, tra le 2 e le 2.30, e in seguito è stato diffuso un video che aveva registrato in precedenza.
Nel filmato, il giovane afferma in inglese di essere trattenuto contro la sua volontà dalle forze dello stato ebraico, esortando chi sta guardando a chiedere al governo del proprio Paese di agire per ottenere «il suo rilascio e la fine del genocidio a Gaza».
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Attivisti portati a terra e identificati
Fino a poche ore fa, le informazioni sulla sua situazione erano ancora poche. Adesso non sono di certo molte, ma qualcosa in più lo si è venuti a sapere anche sulla base di quanto dichiarato dalla madre al Corriere Bergamo. Il ragazzo, poco prima di essere preso, nell’ultima telefonata con Marchesi aveva raccomandato in caso di arresto di mettere a conoscenza tutti di ciò che era successo. Il contingente olandese della Flotilla, poco dopo l’abbordaggio delle navi israeliane e lo spegnimento delle telecamere, ha confermato alla famiglia che era stato preso.
Chiamata la Farnesina, questa ha fatto sapere che tutti sarebbero stati portati a terra e poi identificati, ma l’assessore insiste sul fatto che siano stati fermati illegalmente in acque internazionali e si è detta «molto agitata e preoccupata». Non ha risparmiato critiche a Palazzo Chigi, in particolare a Giorgia Meloni, che ha accusato in questo frangente gli attivisti di essere degli irresponsabili. Per lei, il governo avrebbe dovuto prendere una posizione chiara e netta contro ciò che sta facendo Israele a Gaza, definendolo un «genocidio contro un popolo inerme».
Rivolgendosi al figlio, dicendo che lo aspettano a casa, che quando tornerà si farà in modo di raccontare quanto ha vissuto in questi giorni e che è orgogliosa dei valori che sta portando avanti. Secondo gli ultimi aggiornamenti, Crippa sarebbe stato trasferito nel carcere di Ketziot, nel deserto del Negev, a Sud-Ovest di BeerSheba e a circa trenta chilometri dal confine con l’Egitto.
Data l’attenzione internazionale e il fatto che degli avvocati, i quali hanno assistito i fermati negli interrogatori, li stiano raggiungendo nella struttura detentiva, c’è da sperare il governo di Tel Aviv faccia attenzione nel gestire la vicenda. Anche l’ambasciatore italiano, stando alle informazioni, starebbe per incontrare i componenti della Flotilla in carcere.