«Il cancro decima i nostri castagni, aiutateci!»: l'appello del sindaco di Corna Imagna
Il paese cerca da tempo di rilanciare la sua tradizione castanicola, ma si trova ora ad affrontare un problema enorme
Un progetto di valorizzazione territoriale fortemente improntato sul recupero della tradizione castanicola del paese, che un cancro corticale rischia però di mandare in fumo. A causarlo è un fungo ascomicete, che rallenta e compromette la nascita di nuovi castagni.
A lanciare l'allarme è Corna Imagna, Comune della Valle Imagna fortemente dedito a questo ampio progetto e che ora si ritrova senza più carte da giocare, invocando l'aiuto di esperti o ricercatori per trovare una soluzione definitiva prima che sia troppo tardi.
Tra gli anni Settanta e Ottanta, ha raccontato il sindaco Giacomo Invernizzi a L'Eco di Bergamo, Corna Imagna ospitava centinaia di piante di castagno, tanto che i suoi abitanti erano conosciuti da sempre come "castagnì". Poi, vuoi per l'abbandono dei pascoli, vuoi per l'avanzare del bosco che ha letteralmente soffocato gli alberi, i castagni si sono ridotti di parecchio. Così, una decina di anni fa, l'Amministrazione, supportata dalle realtà locali, ha scelto di riprendere in mano quell'antica tradizione e di portarla a nuova valorizzazione, sia recuperando le storiche piante già esistenti che attraverso nuove piantumazioni.
A oggi, però, Corna Imagna si ritrova a dover fare i conti con questa minaccia: il cancro corticale del castagno, che colpisce principalmente le pianticelle deboli e appena piantate. Così, dei migliaia di tentativi di innesto, ad andarne in porto sono stati pressappoco una trentina. Con un'enorme perdita economica.
A causa di questa malattia, l'intero rilancio della castanicoltura comunale vacilla e con esso tutte le iniziative e manifestazioni che vi gravitano attorno: dal rinnovato Sentiero del Castagno alla Sagra della Castagna – giunta alla sua ottava edizione – fino all'intera filiera economica che con tanta fatica Corna Imagna ha saputo ricostruire.
La voce del sindaco ora tenta di raggiungere i più esperti oppure i ricercatori, così che aiutino l'Amministrazione a capire come intervenire per debellare questa pericolosa malattia dalle nuove piantagioni: «Gli strumenti che abbiamo non sono sufficienti. E non possiamo vivere solo delle vecchie piante. Aiutateci a combattere il cancro dei nostri castagni».