Il Comune di Bergamo non molla: in via della Rovere non si passa per motivi di sicurezza
L'assessore Valesini rivendica il diritto dell'amministrazione a decidere e spiega che la posizione del Tar dipendeva da un vizio di forma
No, la questione di via della Rovere non si è conclusa con il pronunciamento del Tar, che ha accolto una delle sette obiezioni portate dall'associazione Vivere Longuelo, il gruppo di cittadini che dal 2022 si batte per tutelare la servitù di passaggio pubblica lungo quella strada.
Il problema della via, che segue un tracciato di origine medievale, è che passa in mezzo ai campi del golf "Ai Colli".
La spiegazione di Valesini
Affiancato da Claudia Lenzini, chiamata in causa per la sua delega alla Partecipazione, l'assessore alla Pianificazione urbanistica Francesco Valesini, in sede di Commissione consiliare, ha infatti spiegato che il Tar non ha messo in discussione la decisione del Comune di spostare la servitù, scelta che rimane di pertinenza dell'amministrazione, ma ha soltanto obiettato che le motivazioni allegate per spiegarne la "pubblica utilità" non fossero sufficienti. Quindi, la decisione del Tar riguarderebbe un vizio di forma e non di sostanza.
Il problema della sicurezza
In particolare, il giudizio del Tar ha portato a una riformulazione del testo della delibera, con un approfondimento sulla parte delle motivazioni della pubblica utilità dell'intervento. Da qui, quindi, i sopralluoghi fatti dalla polizia locale nei mesi di giugno e luglio che hanno rilevato il rischio concreto che le palline del vicino campo da golf, che viaggiano anche a una velocità compresa tra i 200 e i 350 chilometri orari, volando ad altezza d'uomo, colpiscano i passanti. Un problema che, con lo spostamento della servitù di passaggio, verrebbe meno.
«Ma se in venti anni...»
Scettici, secondo quanto riportato dal Corriere Bergamo, i consiglieri d'opposizione Filippo Bianchi (Fratelli d’Italia) e Alberto Ribolla (Lega). Entrambi, oltre a sottolineare il valore storico di via della Rovere, concordano su un punto: «In 20 anni non è mai successo niente».