Il futuro della colonia dei gatti di Ponte San Pietro: il Comune interverrà... fra un mese
La rete è bucata e decine di gatti sono scappati, farli rientrare è stata un'impresa. Montanari ha rimediato al danno di tasca sua
di Laura Ceresoli
È stata una settimana difficile per la colonia felina della Tassera, a Ponte San Pietro. Decine di gatti sono infatti scappati dall'oasi, passando attraverso i buchi che si sono formati nella rete di protezione. Farli rientrare sani e salvi è stata un'impresa non da poco per i volontari, che ora puntano il dito contro gli scavi avviati il 31 agosto scorso dal Comune per consentire il futuro allacciamento di luce ed elettricità.
Pare infatti che le ruspe abbiano divelto pezzi di recinzione che isolano quest'area abitata da un centinaio di mici senza famiglia affidati alle cure della tutor Rosa Maria Togni.
E non è la prima volta, come spiega l’avvocato Patrizia D’Elia Palmieri, legale dell'associazione “Gatti non parole” che ha in gestione l'oasi: «Quando ci sono stati i lavori da parte del Comune relativi alla pista ciclabile, sono state seriamente danneggiate, non so se sempre dai medesimi lavoratori o da altri di uguale disattenzione, le recinzioni appena poste dalle associazioni a tutela della sicurezza dei gatti. Recinzioni che sono costate varie miglia di euro e che il Comune dovrà provvedere a rimettere nello stesso stato nel quale sono state poste, munendosi di lavoratori competenti segnalati dall'associazione. Preciso che trattasi recinzione di un certo valore, antifuga e sono state danneggiate, prima a luglio per i lavori della ciclabile e ulteriormente in questi giorni per gli scavi delle utenze, tutte estremamente indispensabili per l'oasi, che finora si è attaccata, per acqua ed elettricità, alla benevolenza del gestore del bar».
Altra questione riguarda l'ufficio che il Comune di Ponte si era impegnato a ricavare per la colonia felina. Su questo tema, il legale Palmieri ha inviato la seguente Pec agli uffici comunali: «Ho recentemente avuto il modo di conferire con la Asl di Bergamo in persona del dottor Salvoldi - si legge nella lettera dell'avvocato -. Lo stesso, relativamente al discorso del locale che il Comune deve predisporre quale ufficio dell'oasi felina (...)