Il lungo braccio di ferro tra una mamma e il Comune di Albino per la casa
Nel 2019, l’abitazione dove la donna viveva con i quattro figli andò a fuoco. L’Amministrazione le trovò un appartamento, che ora però dovrebbe lasciare

di Clara Scarpellini
Era la notte tra il 31 maggio e l’1 giugno 2019 quando un incendio ha devastato l’appartamento di Cristina Biava, una mamma separata con quattro figli, tre dei quali minorenni. L’incendio, scoppiato a causa di un cortocircuito, ha completamente distrutto l’abitazione in affitto a Casale, frazione di Albino.
Le fiamme hanno bruciato ogni cosa all’interno dell’appartamento. Fortunatamente, Cristina e i suoi figli si sono accorti in tempo del pericolo e sono riusciti a mettersi in salvo, ma hanno perso tutto. Come se non bastasse, la donna, che lavorava con un contratto a tempo determinato per una ditta di ristorazione scolastica, in quel periodo si è trovata anche senza lavoro.
Il Comune di Albino, di fronte all’emergenza, si era attivato immediatamente, assegnando temporaneamente alla famiglia un appartamento popolare. «Era una sistemazione provvisoria - spiega il sindaco, Daniele Esposito -. Un alloggio dato per far fronte a un momento di grave necessità».
Da provvisorio a permanente
Da soluzione d’emergenza, però, la situazione si è trasformata in... una battaglia burocratica. Sono infatti passati quasi sei anni da quella notte e Cristina è ancora in quell’appartamento. Secondo il Comune, il suo tempo lì è scaduto da un po’: la sistemazione doveva durare il minimo indispensabile, giusto il periodo necessario per rimettersi in piedi.
«Non può essere una soluzione definitiva - spiega ancora Esposito -. Abbiamo altre famiglie in emergenza abitativa e quell’alloggio va rimesso a bando per chi ne ha diritto».
L’ultima lettera inviata a Cristina è datata dicembre 2024 e le intimava di lasciare la casa entro e non oltre il 31 gennaio 2025. Ma (...)