busti in marmo

Il Mausoleo di Verdello aprirà al pubblico: uno scrigno di tesori

Solo recentemente è passato nelle mani del Comune, grazie alla rinuncia dei nove eredi della famiglia Abbiati. A breve una pubblicazione

Il Mausoleo di Verdello aprirà al pubblico: uno scrigno di tesori
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«Nessuno vi era mai entrato, ma si tratta di un monumento di altissimo pregio», con queste parole Marianna Limonta, assessore alla Cultura di Verdello, racconta di una chicca del patrimonio storico-artistico della provincia di Bergamo che a breve potrà essere goduta e visitata da tutti. Si tratta del Mausoleo Gambarini-Cagnola-Abbiati, all'interno del cimitero di Verdello, che è passato nelle mani del Comune, grazie alla rinuncia dei nove eredi della famiglia Abbiati. La famiglia non seppellirà più i loro cari all’interno della cappella.

La pubblicazione sul mausoleo

Come spiegano i colleghi di PrimaTreviglio, chiamarla cappella è riduttivo. L'architetto e appassionato di storia locale Riccardo Scotti, verdellese, ha sempre sostenuto e creduto nel pregio e nel valore storico-artistico del mausoleo. Lo confermano i sopralluoghi effettuati nelle ultime settimane e che hanno portato alla luce dei veri e proprio tesori artistici. L'assessore Limonta aggiunge: «Non è un percorso che si esaurisce qui: l’idea è di promuovere anche la stesura, grazie all’architetto Scotti, di un piccolo volume che ne racconti la storia e le peculiarità artistiche e architettoniche».

I busti in marmo

All’interno del Mausoleo, edificato nel 1823 da Carlo Maria Gambarini e la cui struttura da sé merita attenzione, si trovano anche dei meravigliosi busti in marmo di Carrara: il busto di Rosa Tarsis Cagnola, ultima erede dei Gambarini, realizzato dal celebre scultore Vincenzo Vela ; i sepolcri di Carlo Maria Gambarini e Teresa Lucchini realizzato dallo scultore milanese Luigi Cocchi.

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