le prime proteste

Il "no" dei cittadini a Porta Sud: «Vogliamo proteggere questo patrimonio naturale dalla cementificazione»

Alcuni residenti hanno lanciato la raccolta firme per bloccare il progetto sull'ex scalo ferroviario, una zona «sostanzialmente verde»

Il "no" dei cittadini a Porta Sud: «Vogliamo proteggere questo patrimonio naturale dalla cementificazione»
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I cittadini iniziano a far sentire la propria voce sul progetto di Porta Sud, la vera e propria trasformazione dell'ex dello scalo ferroviario per un totale di 250mila metri quadrati. Una parte del progetto è già stata revisionata dopo le osservazioni arrivate in sede della terza Commissione consiliare. L'attacco dei cittadini è ancora più forte e generale e arriva tramite una petizione sulla piattaforma change.org. Lo si capisce già dal titolo: Salviamo Verde a Bergamo con Parco Guidana e Morla invece che Porta "Cemento a" Sud.

11 ettari di biodiversità

Nella petizione viene scritto: «Siamo cittadini di Bergamo, una città che sta lentamente perdendo il suo verde a causa della cementificazione. Un Parco Agro Urbano Guidana e Morla sarebbe l'ultimo luogo verde storico presevatosi al centro della nostra città, ma ora rischia di essere trasformato dalla cementificazione del progetto edilizio pubblico-privato detto Porta Sud. Questo Parco ospiterebbe undici ettari di verde e biodiversità già  presenti ma poco conosciuti  fra acque storiche preservate dall'uso parziale dei binari per lo scalo merci dismesso da decenni. È un luogo agronaturale prezioso, il polmone ecologico che merita di essere riconosciuto e riscoperto».

Sì al verde, no alla cementificazione

L'osservazione che fanno i cittadini sta nel fatto che, nonostante l'area venga catalogata come dismessa, «in realtà è tutto sostanzialmente verde fra le acque storiche naturali del torrente Morla e le rogge medievali Guidana e Nova». Sottolineano: «È possibile apprezzare la sua bellezza attraverso mappe online o visitandolo direttamente dal Conventino San Vincenzo, dall'Esperia Paleocapa o dal binario sette di fronte a un chilometro e mezzo di verde da non perdere per noi e le future generazioni».

La petizione si conclude quindi con una esortazione: «È tempo che noi cittadini ci facciamo sentire per proteggere questo patrimonio naturale dalla cementificazione». E con una domanda: «Chiediamo alle autorità competenti di fermare qualsiasi progetto edilizio su questo terreno prezioso per restituirlo alla collettività come era da secoli ad uso agrario tuttora presente anche se delimitato da confine ferroviario. Facciamo sentire la nostra voce per proteggere il verde della nostra città».

Commenti
Bruna Boselli

Si saranno già presi milioni di oneri di urbanizzazione. Lavori inutili, rotonde a ponteranica, piazzale alpini, piazza Dante... Qualcuno deve pagare

Poni6

Si può fare l’uno e l’altro si a porta sud e si al torrente morta con la sua flora e fauna

Sandro

Tutto vero, ma tanto questa amministrazione ha sempre fatto quello che voleva. V. treno per Orio.

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