Il Papa Giovanni saluta e ringrazia la Fiera: all'ingresso una targa per non dimenticare
I padiglioni di via Lunga sono pronti a ospitare di nuovo eventi, a partire dalla Fiera di Sant’Alessandro
Le chiavi della Fiera di Bergamo sono tornare ufficialmente nelle mani di Giuseppe Epinati, amministratore unico di Bergamo Fiera Nuova spa, e di Fabio Sannino, presidente di Promoberg. A consegnarle oggi, martedì 31 agosto, è stata l’Asst Papa Giovanni XXIII, che per sedici mesi ha gestito l’ospedale da campo allestito da volontari e alpini nei padiglioni del polo fieristico.
E proprio per ricordare il valore e l’importanza avute dalla Fiera nella gestione dell’emergenza Covid, in particolare durante la prima ondata, è stata affissa all’ingresso della struttura una targa commemorativa sulla quale è disegnata Angels, la stessa opera realizzata da Franco Rivolli e riprodotta sulla Torre 5 dell’ospedale di Bergamo.
«Abbiamo voluto lasciare un segno tangibile di ciò che ha rappresentato questo luogo – ha commentato Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII -. Nella fase più acuta della pandemia c’era una disperata ricerca di posti letto; erano i giorni in cui i pazienti gravi venivano ricoverati in Germania a bordo di aerei militari».
Alla riconsegna delle chiavi hanno partecipato anche il prefetto Enrico Ricci e due pazienti curati all’interno dei padiglioni fieristici, che hanno raccontato la propria storia e scoperto la targa commemorativa: Gian Carlo Roncalli, 63 anni, ricoverato per 40 giorni prima di essere trasferito all’ospedale di Bergamo, dove è rimasto fino alle dimissioni, in aprile, dopo 5 mesi e mezzo di cure; Alberto Maurizio Pedroni, 59 anni, ricoverato dal 30 dicembre al 7 gennaio, giorno in cui è stato trasferito all’ospedale di Romano di Lombardia.
I numeri dell’ospedale in Fiera
Dal 6 aprile del 2020, nei primi 49 giorni di vita della nuova struttura sanitaria, in Fiera sono stati curati 120 pazienti. Oltre ai medici, agli infermieri e ai tecnici bergamaschi, si sono presi cura dei malati ricoverati in via Lunga anche i sanitari del contingente militare arrivato dalla Russia, il personale di Emergency e i volontari della Protezione civile.
L’estate scorsa, contenuta l’emergenza, i padiglioni fieristici sono stati riconvertiti in ambulatori per l’analisi dei tamponi, per le vaccinazioni obbligatorie dei bambini e antinfluenzali, oltre che in spazi per il monitoraggio e la riabilitazione di circa 2 mila pazienti guariti dal virus.
Il 2 novembre, con la ripresa dei contagi, è stato riattivato l’ospedale da campo: in questa seconda fase sono stati curati altri 125 malati Covid, molti dei quali gravi, grazie anche al contributo degli Spedali Civili di Brescia e del personale medico e infermieristico di altri ospedali pubblici e privati bergamaschi e bresciani.
Infine, dall’1 marzo fino all’1 agosto, la Fiera è stata uno dei centri vaccinali di riferimento per le vaccinazioni anti-Covid: nel complesso sono state 206.072 i vaccini somministrati, circa la metà di quelli che il Papa Giovanni conta di inoculare in tutta la campagna.