Il parroco allontanato da Solto Collina: il peccato segreto e la lettera ai fedeli
Don Lorenzo Micheli era ben voluto dai fedeli, ma l’episodio del passato e le denunce su Facebook hanno costretto la Curia a intervenire
La comunità dei fedeli è rimasta spiazzata dall’improvviso abbandono di don Lorenzo Micheli, parroco nelle località di Solto Collina, Esmate, Riva di Solto, Fonteno e Zorzino. L’arciprete se n’è andato in fretta, convinto a quanto pare dalla Curia, dalle poche informazioni disponibili, per evitare lo scoppiare di uno scandalo.
I suoi superiori lo hanno trasferito in una località non meglio precisata. Inoltre, secondo quanto scritto da lui stesso in una lettera alla testata Araberara, in questo periodo di ritiro forzato non ricoprirà altri incarichi pastorali. Nelle parrocchie è stato comunque sostituito nell’immediato con un altro sacerdote, don Alessandro Baitelli, ma la vicenda in cui è coinvolto, nonostante i tentativi di risolvere la questione in silenzio senza alzare un polverone, è destinata a far discutere, in queste piccole e semplici comunità dove tutti sanno tutto, e le voci girano.
L’episodio del passato
Alcuni dettagli si conoscevano già, anche in seguito alla vicenda giudiziaria in cui, a fine gennaio 2019, fu condannato con rito abbreviato a due anni e due mesi un 46enne, allora residente a Gazzaniga, poi trasferitosi in provincia di Pavia. L’uomo era stato sorpreso l’estate di quell’anno dalle forze dell’ordine, in flagranza di reato, mentre riceveva dal sacerdote duemila euro in contanti, chiesti dopo averlo minacciato di rivelare una loro presunta relazione.
Lo stesso don Micheli era ritornato allora sull’accaduto, raccontando di aver aiutato «una persona che aveva bisogno di un aiuto», ma dopo questo aiuto era diventato «una pretesa», per questo motivo si era rivolto ai carabinieri e l’aveva querelato, dopo che si era presentato a casa sua per chiedergli di nuovo un «aiuto economico».
La «leggerezza» diventata denuncia sui social
Il sacerdote si è fatto conoscere, in questi anni come pastore dei paesi della Collina, al di là delle dicerie, anche per il suo impegno a favore della comunità, tant’è che ad esempio a Riva di Solto aveva sistemato le chiese, che richiedevano un restauro già da tempo, e dei suoi parrocchiani avevano proposto di nominarlo “personaggio dell’anno” per il paese che si affaccia sul lago d’Iseo.
Tuttavia, dopo le celebrazioni e i ritratti idilliaci, è arrivato l’imprevisto: la causa scatenante, come riportato sempre da Araberara, sarebbe stata quella che lo stesso don Lorenzo ha definito come una «leggerezza» agli altri preti, che però poi sarebbe degenerata in denunce su Facebook, corredate peraltro di messaggi e foto. Una situazione che, arrivata a quel punto, ha costretto la Curia a intervenire.
La lettera di don Lorenzo ai parrocchiani
Il parroco, dopo la bufera nella quale si è ritrovato suo malgrado, ha deciso di scrivere alla testata giornalistica per chiarire alcuni aspetti e ringraziare i fedeli: «Carissimi, in questi giorni ho preso la decisione di rinunciare ad essere il vostro parroco – ha esordito nella lettera -. È una decisione presa per motivi personali: anche se mi è costato molto decidere, sento la necessità di prendere immediatamente un momento di sosta nella mia vita. […] Vi ringrazio per tutto quello che abbiamo vissuto insieme e chiedo scusa perché questa decisione vi arriva come un fulmine a ciel sereno, senza nemmeno il tempo di un saluto».
In seguito, ha reso noto le dinamiche con cui ha scelto di abbandonare le sue comunità, per evitare che la vicenda si complicasse: «Con il Vescovo ho concordato come e dove vivrò questo periodo, in cui pur continuando a rimanere prete, non avrò incarichi pastorali. Lo ringrazio per questo e per aver provveduto con immediatezza alla nomina di un amministratore parrocchiale che guiderà le parrocchie della Collina».