Il ristoratore di Bergamo contro il Green pass: «Misura assurda e ridicola, io non lo chiedo»
Cristian Mafessoni del Life 104 ha deciso di opporsi all'ultimo decreto governativo e non chiedere il documento ai suoi clienti
Dal 6 agosto è scattato l'obbligo per i ristoratori e i proprietari dei locali di chiedere il Green pass ai loro clienti. A Bergamo un po' tutti si sono attrezzati, scaricando anche le app e istruendo il personale per i controlli o, almeno, tutti tranne uno. Cristian Mafessoni, titolare del Life 104 in via Camozzi, ha infatti deciso di opporsi all'ultimo decreto del governo Draghi, rifiutandosi di chiedere il certificato verde ai suoi clienti e scagliandosi duramente contro la misura, soprattutto sui social.
Mafessoni è stato intervistato da Bergamo News e ha spiegato le motivazioni che lo hanno portato a questa scelta: «Penso che il Green pass sia una misura ridicola. Il Governo ha costretto noi ristoratori a rimanere chiusi per mesi e le restrizioni, talvolta anche assurde rispetto alla nostra situazione, hanno penalizzato fortemente il nostro settore – ha spiegato -. I cosiddetti ristori sono stati anche quelli ridicoli, almeno per me che ho aperto poco prima dell'inizio della pandemia e, non potendo mostrare le cifre degli anni precedenti, in quanto il mio locale non esisteva ancora, ho ricevuto veramente pochi soldi. Però questo cosa vuol dire? Io ho investito comunque in questa attività. Adesso, dopo i due anni che ci hanno fatto passare, io dovrei controllare che i clienti che entrano al Life 104 abbiano il Green Pass, e se non lo presentano dovrei magari mandarli via? Non esiste proprio».
Maffessoni ha respinto l'idea che la sua decisione di opporsi al certificato verde possa rappresentare un pericolo per i clienti: «Un vaccinato con il Green Pass - ha aggiunto - può andare in giro poi per mesi, favorendo il documento, pur rischiando di essere positivo e contagiare gli altri». Il ristoratore sul suo profilo Facebook ha anche condiviso un video in cui il virologo Crisanti si esprime contro il certificato proprio per questo motivo.
E le sanzioni? «Nel caso arrivassero delle multe - ha detto -, non le pagherò. Soprattutto perché non ho più i soldi per farlo. Per quanto riguarda l'ingiunzione di chiusura, io non chiudo niente: l'ho già fatto per due anni, praticamente non sono quasi mai stato aperto. Ormai sono arrivato a un punto in cui non mi importa più di niente, cerco solo di andare avanti».
Negli ultimi giorni il ristoratore ha voluto ringraziare con un video su Facebook i clienti e amici che gli hanno offerto la loro solidarietà.