Il sindaco di Romano non vuole che i clochard dormano nella sala d'aspetto della stazione
Dopo i recenti episodi di aggressioni ai pendolari, il primo cittadino Nicoli ha scritto a Rfi: «O intervenite o chiudo io»
Una posizione che sta facendo molto discutere, quella presa dal sindaco di Romano di Lombardia Sebastian Nicoli e diventata di pubblico dominio poiché espressa da una lettera che il primo cittadino ha inviato ieri (21 dicembre) a Rfi. A spiegare la vicenda sono i colleghi di PrimaTreviglio.
Il problema è quello della sicurezza in stazione. Nelle scorse settimane, infatti, si sono verificati episodi di aggressioni ai danni dei pendolari e, uno in particolare, è stato anche piuttosto grave. A metà novembre, un ragazzo di 20 anni aveva preso a calci e pugni un uomo solo perché quest'ultimo aveva aperto una finestra. T.D.N., camerunense irregolare sul territorio nazionale con qualche precedente e sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora in Bergamo e provincia, aveva aggredito il romanese "colpevole" di aver aperto una delle finestre della stanza.
Il ventenne stava dormendo nella sala d'attesa della stazione: l'aria fredda e il rumore lo avevano svegliato e da lì era scattata la reazione violenta ed eccessiva contro il pendolare. Il soggetto irregolare era stato quindi arrestato dai carabinieri di Treviglio. Non solo: il clima di degrado, nello scalo romanese, è percepito da tempo in modo molto netto, anche da quando la zona è diventata punto di ritrovo di alcune "baby gang" e luogo di spaccio.
Da qui la decisione del sindaco "sceriffo", che ha scritto a Rete ferroviaria italiana intimando di chiudere, nelle ore notturne, la sala d'aspetto dello scalo. L'idea è di renderla inaccessibile almeno dalle 23 alle 6, cioè da quando l'ultimo treno della sera lascia la stazione a pochi minuti prima dell'arrivo del primo convoglio della mattina. Ieri, il primo cittadino ha ribadito che se la società non risponderà a breve attivandosi in questo senso, farà chiudere lui stesso la sala d'aspetto a mezzo di un'ordinanza.
Un problema che potrebbe non essere da poco per gli altri clochard, che periodicamente frequentano la stazione: in città e nei dintorni non esistono strutture dedicate ai senzatetto, che dovrebbero quindi spostarsi nelle strutture, già molto frequentate, di Treviglio e Bergamo.