Se da un lato Bergamo sprofonda negli elevati livelli di Pm10, dall’altro è pronta a fare un salto di qualità: già nel 2024 quasi due terzi del calore distribuito attraverso il teleriscaldamento provenivano da fonti non fossili (69 per cento), percentuale che nel 2025 salirà a quasi 90 per cento. È quanto emerso dal piano di sviluppo del teleriscaldamento di Bergamo e sui suoi benefici ambientali, di cui si è fatto il punto nella giornata di oggi, venerdì 10 ottobre.
Un anno di potenziamenti (e cantieri)
Avviato nel 2003, il teleriscaldamento si è progressivamente esteso portando calore sostenibile e sicuro non solo nelle abitazioni, ma anche in edifici simbolo come Palazzo Frizzoni, il Teatro Donizetti, l’ospedale Papa Giovanni XXIII, l’Università degli Studi e la Nuova Accademia della Guardia di Finanza. Al 31 dicembre 2024, la rete contava 864 utenti serviti, 97 chilometri di condotte, 9 milioni di metri cubi di volumetria allacciata (circa 41mila appartamenti equivalenti) e 221 GWh di energia termica distribuita.
Il piano di espansione ed efficientamento degli ultimi anni si è concentrato sul recupero di calore dal termovalorizzatore REA di Dalmine, inaugurato un anno fa. Per abilitare questo collegamento sono stati realizzati una nuova sezione cogenerativa dell’impianto, una dorsale di 5,6 km che unisce Dalmine a Bergamo (parte di un’estensione complessiva di 22 km), il potenziamento della stazione di pompaggio di via Goltara e un nuovo accumulo termico da 5.000 mc.
Il 2025 ha visto un’intensa attività cantieristica, parte del piano d’estensione di 22 km: sono stati posati 3,6 km di nuove condotte in aree strategiche della città – via del Galgario, Muraine, Frizzoni, Camozzi, via del Lazzaretto, Marzabotto, Pinetti, via Furietti, via Nullo, via Mazzini, via Martiri di Cefalonia, via Pitentino, via Gritti e via Zanica, via S. Ambrogio e Micca – mentre altri cantieri sono tuttora in corso (via Torretta e via SS Maurizio e Fermo) e si concluderanno entro fine novembre. Con questi interventi si arriverà a quasi 20 km di estensione realizzati entro la fine dell’anno; i restanti 2,2 km saranno completati nel 2026.
GUARDA LA GALLERY (2 foto)


Il teleriscaldamento di Bergamo tra i più avanzati d’Italia
Ne beneficia l’ambiente: nel 2024 il sistema ha evitato l’emissione in atmosfera di 22 mila tonnellate di CO₂, pari all’anidride carbonica assorbita in un anno da 142 mila alberi. A regime il risparmio salirà a 31 mila tonnellate l’anno, con un abbattimento del fattore emissivo unitario dagli attuali 119 kg di CO₂ per MWh a circa 50-55. Il sistema è inoltre riconosciuto dal Gse come “teleriscaldamento efficiente”, in linea con la Direttiva Ue 2012/27/Ce.
«Bergamo rappresenta oggi uno dei casi più avanzati in Italia di teleriscaldamento efficiente e integrato – commenta Luca Rigoni, Ad di A2A Calore e Servizi -. Grazie al lavoro congiunto con l’amministrazione comunale, siamo riusciti a portare la quota di calore da fonti non fossili a livelli tra i più alti del Paese, confermando quanto il recupero energetico sia una leva concreta della transizione ecologica. Il teleriscaldamento è un esempio perfetto di economia circolare applicata all’energia, in cui nulla va sprecato e tutto viene rimesso in circolo per generare valore ambientale e sociale».
Il futuro è già in cantiere: dopo l’ampliamento della rete legato al progetto con Rea Dalmine, sono allo studio il collegamento con la rete del quartiere Monterosso, oggi non connessa al sistema principale, e soluzioni di potenziamento della produzione e accumulo di calore.