Difficile notarlo

Il triste destino del Caravaggio di Manzù all'aeroporto: «Schiacciato fra le auto parcheggiate»

A sollevare la questione sulla collocazione dell'opera è Maria Grazia Panigada, direttore artistico della prosa del Teatro Donizetti

Il triste destino del Caravaggio di Manzù all'aeroporto: «Schiacciato fra le auto parcheggiate»
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«Sta lì ignorato, messo male, schiacciato spesso fra le auto parcheggiate senza regola». Difficile notarlo il Caravaggio di Giacomo Manzù all'aeroporto di Orio al Serio, collocato all'ingresso della Porta 3 nel dicembre 2021 con il preciso intento di accogliere i visitatori che giungeranno a Bergamo in vista della Capitale della Cultura 2023.

Alla cerimonia di svelamento si erano spese tante belle parole sul significato dell'arte e sul riaffermare il «profondo legame» con il pittore della luce. Eppure, a distanza di oltre un anno, il tributo bronzeo alto ben due metri e mezzo, realizzato nel 1988 dallo scultore bergamasco, quasi si confonde tra i migliaia di passeggeri che ogni giorno affollano lo scalo bergamasco.

«Almeno lo si poteva mettere all'interno dell'aerostazione, cercando per lui uno spazio. Così fa pena». A sollevare la questione sulla collocazione dell'opera è Maria Grazia Panigada, direttore artistico della prosa del Teatro Donizetti. «Prima di essere portato qui era nel giardino della Provincia e dialogava con altre opere dello stesso Manzù e di altri grandi scultori» prosegue Panigada, sottolineando tuttavia lo stato di degrado in cui versano le "colleghe" del Caravaggio.

«Speriamo che almeno sia un po' curato - chiosa - visto che le altre sculture del giardino sono in completo stato di abbandono. Una scultura di Edoardo Villa presto sarà irrecuperabile. La bellezza va custodita, sempre».

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