Via moroni 103

In 9 in un appartamento «antigenico» del Comune di Bergamo: il paradosso delle case popolari

Il sindacato Unione Inquilini è pronto a presentare l'azione legale contro l'Amministrazione. La nonna (85 anni) è ora in ospedale

In 9 in un appartamento «antigenico» del Comune di Bergamo: il paradosso delle case popolari
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di Marta Belotti

Ats Bergamo ha dichiarato ormai quasi un anno fa (il 24 febbraio 2023) «antigenico» l'alloggio comunale del caseggiato popolare al civico 103 di via Moroni, dove vive Ahmed Hakimi con la sua famiglia, nove persone in totale. Eppure, a oggi, sono ancora evidenti le tracce lasciate dalla muffa senza che nulla sia cambiato. Dopo aver fatto presente la situazione al Comune di Bergamo e non aver ottenuto risposte concrete, il sindacato Unione Inquilini è pronto a presentare con l'avvocato Giovanni Mascheretti l'azione legale contro l'Amministrazione.

In 9, di cui 5 minorenni e un'anziana

L'alloggio è abitato da nove persone: Ahmed Hakimi, classe '68, con la madre di 85 anni e invalida, la moglie e i sei figli, cinque dei quali minorenni (un ragazzo di 19 anni, una di 17, una di 16, due gemelli di 10 e un piccolo di quasi 3 anni). La donna più anziana si trova ora in ospedale: «Non può stare qui - spiega Hakimi -. È peggiorata proprio perché abita in questi ambienti. In più, altri due miei figli hanno l'asma e questo è legato a quest'aria».

Nessuna risposta concreta

La muffa ricopre i muri ed è visibile soprattutto vicino ai letti, inoltre né la cucina né il bagno sono areati e, dopo la risposta negativa del Comune alla richiesta di intervenire per ristrutturare l'appartamento e a quella di attuare un cambio alloggi, Hakimi si impegna a ripulire ogni due settimane a forza di candeggina. Ma anche questo non è abbastanza e, soprattutto, non è salutare.

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Nessuna sistemazione dal 1988

Lo stabile, come confermato da altri inquilini, non viene ristrutturato dal 1988 e per questo ci sono altri appartamenti con problemi simili, anche se non di questa entità. Ma l'incuria si vede anche nel cortile interno - non illuminato -, nelle scale ripide e scrostate e nella cancellata d'ingresso.

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L'ex consigliere regionale Ezio Locatelli parla di un «caso estremo, ma anche emblematico di una situazione generalizzata. È assurdo che il patrimonio abitativo del comune si trovi in condizioni simili e non si faccia niente». Aggiunge, ricostruendo le fasi della vicenda: «La situazione è stata resa nota al comune con tanto di documentazione e rilevazioni dell'Ats, ma la risposta è stata che non c'erano fondi sufficienti per l'intervento, che avrebbe dovuto comprendere l'intero caseggiato. E anche il cambio alloggio non è stato accettato, perché le case non ci sono».

Solo 2 alloggi per chi ha bisogno di cambiare

«È una problematica generalizzata», commenta Francesco Macario, presidente di Unione Inquilini, che espone i numeri di una condizione generale di abbandono manutentivo delle case popolari del Comune di Bergamo gestite da MM spa. «Gli alloggi comunali Erp sono 986 per un totale di più di 1100 richieste. Di quesi, 753 sono affittati, mentre 211 sono sfitti e tra questi ultimi si contano anche quelli di via Monte Grigna, lasciati a un tale degrado che ora non potranno che essere demoliti e poi ricostruiti. Nel 2024 il comune intende riattare venti alloggi, ma solo due di questi saranno destinati al cambio alloggio, che è ciò che si dovrebbe fare nel caso presente della famiglia di Hakimi, ma anche per molte altre».

Commenti
Susan Pianetti

Penso che se c'è la muffa ci sarà sempre, non si toglie con una pitturata o un antimuffa. La struttura è stata creata male, per evitare l' umidità durante la costruzione c'era da fare l' intercapedine e il vespaio sotto pavimento. Se non è stato fatto per risparmio da parte della ditta costruttrice, poi si vedono i problemi. Le case le vendono a cifre esorbitanti, uno ci tiene trent' anni a pagarla, ma difficilmente riesce a capire cosa sta veramente acquistando; secondo me ci dovrebbero essere più controlli da parte degli istituzionali durante la costruzione, per evitare cose di questo e altro genere.

Silvano

Mia zia di 80 anni, bergamasca, pensione minima, abitava da sola in via Quarenghi a piano terra, in affitto da un privato.Quando pioveva le salivano gli escrementi dalla vasca da bagno perché le fogne erano insufficienti, le si sollevava il pavimento dalla muffa e umidita'. Il proprietario era un alto dirigente della Bas che si è sempre reso irreperibile ai reclami. Dopo che i Vigili per la terza volta le hanno detto che era una vergogna farla vivere così, ha chiesto per 7 anni una casa popolare e parlando con il vicesindaco le ha confessato che purtroppo prima dovevano dare la casa agli immigrati perché se no gli davano un sacco di grane, accuse di razzismo ed erano spalleggiati dalle associazioni. Finalmente dopo 7 anni l'ha avuta ma troppo tardi, entro un anno è morta di ictus e depressione.

Mary

Li stranieri dovrebbero smettere di fare figlii perché ricade sempre alle spalle dal popolo poi mantenerli , perché solo 1 in familia lavora è pretendono ottenere tutto gratis è così ,podeva anche pitturare e sistemare lui la muffa è non soltanto lamentarsi già è praticamente gratuito la casa dal comune per loro .

Rosy

La verità è che tutti pensano per sé stessi e questo è il risultato del brodo culturale, Non si può arrivare a questi estremi, comunque sé fossi stata in loro una pitturata gliela avrei data, torto o ragione che sia. La salute al primo posto!

Marco

Comprare uno spray antimuffa no? Deumidificatore? Sempre ad aspettare che facciano altri.. è lamentarsi.

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