«Abbiamo portato pazienza, ora...»

In centro a Bergamo la pazienza sta finendo: una manifestazione contro il degrado e l’insicurezza

Dopo lo sgombero dalla stazione, situazione peggiorata in molti quartieri. Tutti i comitati si stanno mobilitando. Un segnale di sfiducia nelle istituzioni

In centro a Bergamo la pazienza sta finendo: una manifestazione contro il degrado e l’insicurezza

di Wainer Preda

Rinviata a data da destinarsi. Ma quando avverrà, probabilmente, sarà ancor più grande del previsto. La manifestazione del Comitato di via Cappuccini contro il degrado, fissata per il 27 settembre prossimo, sta allargando i suoi confini. Da mobilitazione di un singolo quartiere sta coinvolgendo i limitrofi.

«Oltre al nostro Comitato, apolitico e apartitico, ho ricevuto richieste di adesione di altri comitati cittadini: Pascoli, Paglia e Novelli, Quarenghi e Bergamo Centro – spiega il portavoce Marco Cioce -. Quello che sta accadendo dopo lo sgombero della stazione autolinee è inaccettabile. Abbiamo portato pazienza per sei mesi, sperando che la situazione si risolvesse, invece è andata peggiorando. Per questo vogliamo scendere in piazza e manifestare davanti a Palazzo Frizzoni per far sentire la nostra voce. Non sarà il 27, ma è solo questione di tempo e organizzazione. Perché così non può continuare».

Quello che vivono sulla loro pelle è un campionario di nefandezze ormai quotidiano: gente che dorme e bivacca negli androni e sotto i portici, espleta i suoi bisogni ovunque e senza la minima remora. E poi ubriachezza, spaccio e droga, dosi nascoste nelle siepi, materassi gettati nei giardini privati. Molte di queste persone, raccontano i residenti, sono diventate aggressive e minacciose. Specie in astinenza da droga o alcol.

Molti anziani della zona non escono più, per la paura: chiedono a parenti e amici di far la spesa. I bambini che giocavano a pallone nelle piazzette non lo fanno più, si tappano in casa. Donne e adolescenti che devono passare in zona temono, se va bene, male parole, insulti e volgarità, approcci e minacce. I genitori sono in fibrillazione continua. E poi vagli a raccontare che non devono difendere i figli perché ci pensano le istituzioni.

Le attività commerciali e i negozi perdono clienti. Gli studi professionali vedono i loro utenti diminuire, perché chi passa in quella zona con borsette e ventiquattrore? Alcune vie sono diventate off-limits. Il valore degli appartamenti, pur belli, rischia la picchiata. Perché quando l’acquirente vede cosa accade ai piedi delle case, saluta, ringrazia e cambia aria.

I residenti sono esasperati, esasperatissimi. E Dio non voglia che una parola di troppo diventi una scintilla e chissà che altro. Perché passare alle mani, o ancor peggio, ai coltelli, di questi tempi ci vuole poco. Per questo, prima che accada l’imponderabile, hanno deciso di scendere in piazza. Non è mai accaduto prima che i comitati rappresentativi praticamente dell’intero centro città si mobilitassero, tutti insieme, in protesta.

Lo sgombero delle autolinee, dettato dalla situazione difficilissima di un centinaio di sbandati in mezzo agli studenti e ai lavoratori e, a dirla tutta, anche a qualche evento concomitante, è stato il detonatore. Il degrado però si è semplicemente spostato di qualche metro, finendo in mezzo ai quartieri (…)

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