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In Lombardia cala la pressione sui ricoveri ordinari e sulle terapie intensive

Lascia spazio a un cauto ottimismo un’analisi realizzata dalla direzione generale al Welfare che considera quattro indicatori indipendenti

In Lombardia cala la pressione sui ricoveri ordinari e sulle terapie intensive
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In Lombardia si starebbe iniziando a osservare un calo della pressione dei ricoveri ospedalieri sia nei reparti ordinari, sia in quelli di terapia intensiva. A lasciare spazio a un cauto ottimismo è un’analisi realizzata dalla direzione generale al Welfare di Regione Lombardia, formulata sulla base dei dati raccolti lo scorso fine settimana.

Lo studio della Regione

Nell'analisi del Pirellone si evidenzia come quattro indicatori, tra loro indipendenti, segnalino un calo del fenomeno Covid in Lombardia: il primo indicatore è il numero di chiamate per eventi infettivi ad Areu; il secondo registra l’incidenza, ossia il numero di tamponi positivi sulla popolazione; il terzo il numero di ricoverati in ospedale; il quarto i malati ricoverati in terapia intensiva.

In maniera coerente tra loro, ogni parametro evidenzia come l'ondata pandemica sia in fase di esaurimento, in quanto sia gli indicatori che registrano le prime fasi della malattia, sia quelli più tardivi (i ricoveri) sono in una fase calante.

«Il rallentamento della curva epidemiologica, accelerata nelle scorse settimane dalla variante Omicron – aggiunge commenta la vicepresidente Letizia Moratti – è anche frutto della massiccia campagna vaccinale. La Lombardia ha superato il 90% delle adesioni tra la popolazione vaccinabile con più di 5 anni, che salgono al 97% se si considerano solo gli anziani over60, e al 94% se invece si considerano gli over12, escludendo quindi i bambini tra i 5 e gli 11 anni».

Il fronte dei contagi

I nuovi casi giornalieri in Lombardia, come riportano i colleghi di PrimaLodi, mostrano una chiara decrescita ormai da una decina di giorni, pur senza registrare un vero e proprio crollo dei contagi. La progressione della discesa lombarda è stabilmente riscontrabile nelle variazioni percentuali dei casi in sette giorni: -14,4% il giorno 20 gennaio, -19,8% il giorno 21 gennaio, -15,6% il 22 gennaio e -14,1% il 23 gennaio. A spiegare bene questo parametro all'interno del grafico è lo stesso dottor Paolo Spada per la pagina “Pillole di Ottimismo”

«La linea orizzontale corrisponde allo 0% di variazione e a Rt uguale a 1: al di sotto di essa (area verde) si prevede rallentamento dell'epidemia, mentre al di sopra (area rossa) il contagio è previsto in aumento. Appare chiaramente che la curva della stima Rt è in ritardo di 13 giorni rispetto alle variazioni percentuali dell'incidenza (in viola), specialmente in occasione delle più repentine risalite del tasso di contagio, che le variazioni sono dunque in grado di rilevare in modo decisamente più tempestivo».

Il fronte dei ricoveri

Restano da zona arancione (la soglia limite è fissata al 30%) i parametri riguardanti le ospedalizzazioni nei reparti ordinari, occupati al 32,5%. La buona notizia, però, è che si è registrato un calo del 5% nell'ultima settimana.

Questa tendenza si osserva anche nei reparti di rianimazione. Qui, complice anche l'aumento di posti letto disponibili, non è stata raggiunta la soglia per la zona arancione (fissata al 20%): nell'ultimo bollettino le terapie intensive sono occupate al 14,8%. La buona notizia è che, dopo settimane di continua crescita, anche queste si sono stabilizzate: è infatti nullo l'incremento dell’ultima settimana rispetto alla precedente. Sembra dunque essere arrivati in cima al picco anche in questo dato.

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