In migliaia al 25 aprile a Bergamo. Scontri tra manifestanti pro Palestina e forze dell'ordine
Prima in Porta Nuova, poi in piazza Vittorio Veneto, gli agenti sono dovuti intervenire per calmare le acque. Le parole della sindaca e il tweet polemico di Gori

Migliaia di persone (circa cinquemila, per la precisione e secondo dati ufficiali) in corteo e discorsi dal palco in piazza Vittorio Veneto, ma purtroppo anche qualche tensione tra alcuni manifestanti e le forze dell'ordine, in seguito ai quali sette agenti di polizia sono rimasti lievemente feriti.
Si è tenuta la mattina di oggi, venerdì 25 aprile, la cerimonia (o meglio, la parte più "importante") per l'ottantesimo anniversario della Liberazione a Bergamo.
In Porta Nuova le prime tensioni
I primi momenti di preoccupazione sono avvenuti quasi subito, ovvero quando il corteo, partito da piazzale Marconi alle 10 circa, stava raggiungendo Porta Nuova: due persone con il volto coperto da una kefiah hanno raggiunto il gruppo della brigata ebraica, urlando: «Fuori i sionisti dal corteo». In particolare se la sono presa con Carlo Saffioti, che guidava il gruppo. Fortunatamente, immediato è stato l'intervento degli agenti, che hanno bloccato e allontanato i due soggetti.
Poco dopo però, proprio davanti ai Propilei, il gruppo di manifestanti pro Palestina (composto da alcune decine di persone) ha cercato di superare l'intero corteo per mettersi a capo dello stesso, continuando a intonare cori contro «i sionisti» e inneggiando alla «Palestina libera». Nel tentativo di limitare la loro avanzata, le forze dell'ordine sono arrivate allo scontro con i manifestanti. Il gruppo è stato fermato e un paio di persone, anche in questo caso, sono state bloccate a terra e poi portate via, con gli altri manifestanti che ne chiedevano la liberazione. Intanto il corteo è ripartito dopo alcuni minuti di stallo.
Ancora tensioni in piazza Vittorio Veneto
Lungo il resto del percorso (via Camozzi, via Pignolo e via Tasso) le cose sono filate via lisce, almeno fino a piazza Vittorio Veneto. Qui, infatti, il gruppo di manifestanti pro Palestina ha nuovamente cercato di farsi largo tra la folla per raggiungere il sotto-palco (sul quale, in quel momento, stava parlando il presidente della Provincia, Pasquale Gandolfi) spostando le transenne posizionate. Inevitabile un nuovo scontro con le forze dell'ordine, seppur più limitato.
Come ha poi spiegato Saffioti al Corriere Bergamo, proprio per evitare ulteriori tensioni in piazza, all'altezza di largo Belotti i rappresentati dell’Associazione Italia-Israele hanno scelto di lasciare il corteo.
Le parole della sindaca
Dopo questi ultimi "attriti", la situazione è tornata alla normalità e la cerimonia è potuta proseguire. Lungo e intenso il discorso della sindaca Elena Carnevali, che, dopo aver ricordato Papa Francesco, ha sottolineato come la Resistenza sia stata «un fenomeno di popolo e corale. Un circolo virtuoso di un’alleanza politica e popolare dentro la cornice valoriale di una rivolta morale al totalitarismo del regime fascista. Vi hanno partecipato cattolici, socialisti, comunisti, azionisti, laici e liberali, monarchici. Una risposta che veniva da lontano, dal primo antifascismo che da noi aveva trovato un terreno fertile, per poi diventare un’azione collettiva. Altro che indifferenza e “zona grigia” fra chi stava dalla parte giusta e chi da quella sbagliata! La forza per ritrovare la libertà è stata sorretta dalla solidarietà e dai gesti minuti della popolazione civile, dalle celebri staffette partigiane, da ragazzi e ragazze giovanissimi, dalla partecipazione attiva e solidale di tanti sacerdoti».






La prima cittadina ha poi continuato: «Il 25 Aprile è la festa degli italiani, l’appuntamento e il luogo di tutti coloro che si incontrano nella Costituzione. Come tale dovrebbe essere vissuta, senza ambiguità, da chi ha l’onore e l’onere di rappresentare il Paese». E, in conclusione, ha detto: «Il 25 Aprile non può ridursi a una semplice celebrazione. Deve essere il segno di una Liberazione che continua, ogni giorno, nelle nostre scelte e nelle nostre azioni. Perché rendiamo viva la Liberazione quando investiamo nella sanità, nella scuola, nella cultura, aperta e plurale. Onoriamo la Liberazione quando ci mobilitiamo per l’ambiente, per una casa dignitosa per tutti. Quando non ci lasciamo trascinare dalla paura del diverso e rifiutiamo ogni forma di discriminazione. Facciamo Liberazione ogni volta che ci impegniamo, con determinazione, contro la violenza maschile sulle donne, contro i femminicidi, contro una cultura che ancora oggi opprime e ferisce. E facciamo Liberazione anche quando custodiamo la memoria, perché non vada smarrito il valore della libertà. Facciamo Liberazione tutti i giorni, insieme. Viva il 25 aprile. Viva la Repubblica. Viva l’Italia!».
Il Bella ciao cantato da Gandolfi
Dal canto suo, Gandolfi, dopo aver anche lui dedicato un pensiero a Papa Francesco, s'è soffermato sulla questione Palestina: «Quante persone devono morire ancora perché tutto questo finisca? Essere rassegnati e indifferenti vuol dire esser complici. L'Europa è debole, abbiamo chiesto più volte che sia più forte, ma non si riesce anche per la prepotenza che c'è Oltreoceano». Poi ha intonato Bella ciao e gran parte della piazza lo ha seguito.
La cerimonia in piazza Vittorio Veneto si è conclusa con un breve intervento dell'ospite di quest'anno, ovvero l'ex magistrato Gherardo Colombo, che s'è soffermato sull'importanza della Costituzione, che va rispettata e osservata con speranza.
Gori e il tweet critico
Oggi a Bergamo, alla manifestazione del 25 Aprile, non c’era una sola bandiera dell’Ucraina.
Ho provato vergogna.— Giorgio Gori (@giorgio_gori) April 25, 2025
Era presente alla cerimonia in città anche l'ex sindaco, oggi europarlamentare del Pd, Giorgio Gori, che ha seguito il corteo al fianco della sindaca e di altri rappresentati della Giunta ed è poi salito sul palco, seppur senza parlare. A corteo e discorsi finiti, però, ha pubblicato un commento abbastanza critico su X: «Oggi a Bergamo, alla manifestazione del 25 Aprile, non c’era una sola bandiera dell’Ucraina. Ho provato vergogna».
Il manifestante liberato
A quel punto, lentamente, le tantissime persone presenti se ne sono andate. In quel di via Noli invece, alle 13 circa, l'unico partecipante al corteo fermato dalle forze dell'ordine che era stato portato in Questura è stato lasciato andare. Ad attenderlo all'esterno, un gruppo di manifestanti che si era trasferito lì.
Ma a cosa serviva la bandiera dell’Ucraina (il paese più a destra d’Europa) a una manifestazione del 25 Aprile?
Io penso che le bandiere della palestina non centrano niente con la festa della liberazione
La liberazione dal nazi fascismo e' sempre da commemorare, in onore per chi ha combattuto per la liberta'.... tutto il resto sono fanfaluche....
Propal ridicoli come spesso accade. O si fa come dicono e pensano loro oppure.... E Lei Gori, un bandierina dell' Ucraina non poteva recuperarla?
D'altronde, 80 anni fa il Gran Mufti di Gerusalemme era alleato di Hitler ...