L’appuntamento è per oggi (sabato 4 ottobre), alle 15, davanti al municipio di Montello. Da lì prenderà il via un corteo che arriverà fin davanti alla Montello Spa, con un solo obiettivo: rimarcare una volta di più la contrarietà di cittadini, amministrazioni e associazioni alla costruzione da parte dell’azienda di un inceneritore.
Sarà un momento importante. La battaglia contro l’opera ha infatti trovato una nuova, importante sponda politica: il 23 settembre, il Consiglio regionale ha approvato una mozione presentata dal Pd (a prima firma Davide Casati), esprimendo così un chiaro “no” all’inceneritore.
Una presa di posizione che si aggiunge a quella di alcuni mesi fa, altrettanto chiara, del Consiglio provinciale e che dà ulteriore forza ai 46 sindaci della Bergamasca che da tempo hanno unito le forze per contrastare il progetto. Senza contare, ovviamente, le numerose associazioni ambientaliste e civiche e le centinaia e centinaia di cittadini che, da ancor più tempo, organizzano e promuovono manifestazioni di dissenso.
Purtroppo, queste prese di posizione politiche non influiscono – per il momento – sull’iter di approvazione dell’opera. Attualmente è infatti in corso la Conferenza dei servizi (si attende la terza riunione), che rappresenta un passaggio meramente tecnico. E se si è arrivati a questo punto è perché proprio la politica non aveva mai avuto il coraggio di dire “no”. Anzi, Regione, nel 2023, aveva dato il via libera all’inceneritore.
Lo ha sottolineato il consigliere regionale bergamasco di Forza Italia, Ivan Rota, nel suo intervento durante il Consiglio del 23 settembre. Dopo aver elogiato in lungo e in largo la Montello Spa («Dà lavoro a migliaia di persone»; «È un fiore all’occhiello della Lombardia e dell’Italia in Europa»), Rota ha concluso: «Rifletterei molto prima di esprimere contrarietà sulla realizzazione di un impianto che è già stato autorizzato, per il quale sono già stati fatti degli investimenti. Non vorrei che un domani, nel caso in cui ci fosse un’interruzione di quell’iter, qualcuno, giustamente, chiedesse risarcimenti alla Regione, avendo la Regione autorizzato quell’impianto. Quindi mi sento di invitare a non demonizzare un’azienda che dà lavoro a mille persone. Siamo per la libertà d’impresa, per l’economia circolare, per le rinnovabili, cose in cui l’azienda in questione è un esempio».
Una posizione ambigua, confermata dal collega di partito di Rota, l’altro bergamasco Jonathan Lobati, che ha rimarcato come il suo (loro) “no” all’inceneritore sia valido solo «fino a quando non si risolvono i problemi legati agli odori». Che sono, però, solo una parte del problema. Rilevante, ma solo una parte a cui la costruzione dell’inceneritore non è legata. Semmai (…)