Il Consiglio regionale della Lombardia ha detto “no” al nuovo inceneritore di Montello. Con un voto che ha visto convergere maggioranza e opposizione, l’Aula di Palazzo Pirelli ha approvato la mozione del Partito Democratico presentata dal consigliere bergamasco Davide Casati, sul progetto della società Montello Spa per la realizzazione di un impianto da 220 mila tonnellate di rifiuti l’anno.
La mozione «esprime la propria contrarietà, già espressa dalle amministrazioni comunali bergamasche e dal Consiglio provinciale di Bergamo, in merito alla realizzazione dell’impianto di incenerimento rifiuti presso il Comune di Montello» e impegna il presidente del Consiglio regionale a trasmettere il dispositivo alla Conferenza dei servizi della Provincia di Bergamo, dove è in corso l’iter autorizzatorio.
Fronte compatto contro l’impianto
La battaglia contro il termovalorizzatore ha unito tutto l’arco politico regionale. «Sono soddisfatto che, per la prima volta, il Consiglio regionale esprima una posizione di contrarietà all’autorizzazione del nuovo impianto a Montello», ha dichiarato Davide Casati, primo firmatario della mozione.
Il consigliere dem ha sottolineato come il provvedimento impegni anche «la Giunta regionale e l’assessore competente a procedere urgentemente, tramite Arpa Lombardia, affinché la società Montello Spa intervenga tempestivamente per porre fine alle molestie olfattive che da più anni coinvolgono le comunità locali di Montello e dei Comuni limitrofi».
Il problema degli odori nauseabondi è infatti al centro delle proteste dei cittadini. «La questione dei miasmi sta rendendo la vita davvero impossibile ai residenti della zona e come istituzioni non possiamo ignorare un disagio così grande per i cittadini», ha aggiunto Casati.
Le tre ragioni del “No”
Il collega di partito Jacopo Scandella ha elencato i motivi tecnici dell’opposizione al progetto: «La proposta di un nuovo termovalorizzatore a Montello è sbagliata per almeno tre ragioni: la prima è che la Lombardia è autosufficiente nell’incenerimento dei rifiuti prodotti e già oggi, per alimentare i 13 impianti presenti, ricorre a rifiuti provenienti da altre regioni».
Secondo aspetto: «Il nuovo impianto di Montello non rientra nel Programma regionale di gestione dei rifiuti, che si fa apposta per pianificare quello che serve spegnere/tenere/realizzare».
Infine, «la proposta di Montello Spa non è accompagnata da alcun beneficio pubblico diffuso per la comunità, sia esso il teleriscaldamento o qualche altra forma di compensazione per un territorio che da anni soffre di odori molto pesanti per gli impianti già esistenti».
Il centrodestra si allinea al territorio
Sorprendente il sostegno della maggioranza di centrodestra, che ha votato compatta a favore della mozione. I consiglieri bergamaschi di Fratelli d’Italia Michele Schiavi, Alberto Mazzoleni e Pietro Macconi hanno spiegato: «Abbiamo scelto di votare a favore della mozione così come modificata, anche grazie al lavoro del nostro gruppo e vista l’ottima mediazione che è stata raggiunta».
«Non avremmo potuto sostenere il testo inizialmente presentato, mentre quello approvato oggi è assolutamente accettabile», hanno aggiunto.
Pur riconoscendo come «i termovalorizzatori hanno migliorato la gestione dei rifiuti», non hanno potuto «non ascoltare le preoccupazioni dei cittadini e delle amministrazioni locali, che hanno evidenziato almeno due criticità principali: il sovradimensionamento dell’impianto e la mancanza di un adeguato coinvolgimento del territorio».
Anche Forza Italia, attraverso Jonathan Lobati, ha confermato il sostegno: «Oggi è stata ascoltata la voce forte dei sindaci e della provincia di Bergamo che ci hanno chiesto con forza una presa di posizione».
Lobati ha chiarito la posizione azzurra: «No ad ampliamenti dell’impianto fino a quando non si risolvono i problemi legati agli odori, così come lamentato da tanti cittadini e riscontrato dai rilevamenti di Arpa».
Una voce fuori dal coro è arrivata dal consigliere Ivan Rota (FI), che ha precisato: «Non sono contro la realizzazione di un impianto di incenerimento rifiuti, a maggior ragione se in linea con le normative europee e nazionali a favore dell’economia circolare. Per questo non ho votato il primo punto della mozione».
La mobilitazione del territorio
Il voto del Consiglio regionale corona una mobilitazione territoriale senza precedenti. Lo scorso 17 maggio, 46 sindaci bergamaschi avevano manifestato in piazza Vittorio Veneto a Bergamo contro il progetto, mentre 41 amministratori locali avevano presentato formali osservazioni contrarie. Il Consiglio provinciale di Bergamo aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno di contrarietà.
«La mozione ha portato all’attenzione del Consiglio e della Giunta una questione molto importante su cui da anni i circoli locali del Pd sono impegnati», ha commentato il segretario provinciale dem Gabriele Giudici.
«Dal principio abbiamo espresso la nostra contrarietà all’opera: Bergamo ha già dato. Non possiamo permettere che proprio qui si concentri l’incenerimento di nuovi rifiuti, aumentando ulteriormente il peso che già grava sulla bergamasca» ha concluso.
Il progetto bocciato
Il progetto contestato prevedeva la realizzazione di un impianto con potenza termica nominale di 154 MW, costituito da due linee di incenerimento capaci di trattare fino a 220 mila tonnellate annue di rifiuti, con possibili incrementi fino a 392.700 tonnellate in caso di massima capacità.
La società Montello Spa, specializzata nel trattamento di imballaggi in plastica e rifiuti organici, aveva presentato l’istanza il 31 luglio 2023.
Tra gli aspetti più controversi, il sovradimensionamento dell’impianto rispetto alle reali necessità territoriali e la sua collocazione in un’area di pregio agricolo della denominazione Valcalepio Doc, oltre che in prossimità di altri inceneritori già operativi in provincia di Bergamo.
Gli impegni per il futuro
La mozione approvata impegna ora l’Ufficio di presidenza della VI Commissione Ambiente a prevedere un percorso di audizioni da concludere entro 60 giorni per valutare l’inserimento nel Piano regionale per la gestione dei rifiuti di criteri che tengano conto delle emissioni cumulative territoriali, non solo del singolo impianto.
Un punto, questo, particolarmente caro anche alle opposizioni. «Quello di oggi è un buon risultato», ha commentato Onorio Rosati di Alleanza Verdi Sinistra. «Già in passato avevamo proposto che l’autorizzazione venisse negata. Oggi, anche grazie alla grande mobilitazione della cittadinanza, la maggioranza ha votato contro la realizzazione dell’impianto».
Anche il Movimento 5 Stelle, per voce della consigliera Paola Pollini, ha espresso soddisfazione: «Da tempo ci battiamo per la tutela dell’ambiente, del territorio con le sue produzioni e dei cittadini vittime dei miasmi. Questo progetto violava la normativa regionale, prevedendo la realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti nelle vicinanze di un’area di produzione di prodotti agricoli di pregio».
Il dossier passa ora alla Conferenza dei servizi provinciale, che dovrà valutare anche la conformità del progetto con il nuovo Regolamento europeo 40/2025, che esclude l’incenerimento degli imballaggi plastici dall’economia circolare.