I dati di Legambiente

Inquinamento da Pm10 nel 2023, per Bergamo uno degli anni migliori di sempre

Insieme a Varese, Como e Lecco, la nostra provincia è una di quelle che in Lombardia ha fatto segnare i dati più positivi. Male Brescia e Cremona

Inquinamento da Pm10 nel 2023, per Bergamo uno degli anni migliori di sempre
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Il 2023 va a chiudersi con una buona notizia, almeno sul fronte inquinamento, più precisamente per quanto riguarda gli inquinanti atmosferici più temibili, ovvero le polveri sottili, a cui le statistiche sanitarie imputano la gran parte delle patologie collegate allo smog. Secondo quanto riferisce oggi (29 dicembre) Legambiente, infatti, in Lombardia il 2023 si chiuderà come l'anno con l'aria migliore da quando la sua qualità viene misurata attraverso il sistema delle centraline di monitoraggio installate da Arpa.

Bergamo può sorridere: gran miglioramento

Per quanto riguarda il nostro territorio, cioè Bergamo e la sua provincia, rientra tra quelli in cui il miglioramento è stato più tangibile. Legambiente, infatti, specifica che l'aria migliore è stata rilevata nel quadrante nord-occidentale della Lombardia, nelle valli alpine e anche nei capoluoghi delle aree più densamente urbanizzate e industrializzate della regione, come appunto Bergamo e anche Varese, passando per Como e Lecco.

In queste città, la media annuale del Pm10 si è mantenuta su valori vicini a 20 microgrammi per metro cubo (dai 18 di Lecco ai 24 di Bergamo) e il numero delle giornate con aria "irrespirabile" è rimasto ben al di sotto del parametro indicato dalla normativa comunitaria - peraltro in fase di revisione -, ovvero 35 giornate/anno con livelli di Pm10 superiori ai 50 microgrammi per metro cubo: a oggi, a Bergamo i superamenti sono stati solo 19 (addirittura solamente 4 a Varese).

È vero che le raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) indicano per il Pm10 un valore soglia medio annuo pari a 15 microgrammi per metro cubo, ma i dati rilevati nel 2023 a Bergamo e in diverse altre province lombarde consente finalmente di vedere questo traguardo come più raggiungibile. E Legambiente fornisce anche una possibile spiegazione di questo miglioramento: potrebbe essere legato, almeno in parte, a un miglior uso degli impianti termici delle abitazioni, e in particolare un sempre minor ricorso ai caminetti aperti.

«Servono politiche più impegnative»

La buona notizia arriva dopo diversi anni di dati sfavorevoli che non lasciavano intravedere una prospettiva di cambiamento a breve. Secondo l'associazione ambientalista, a questo dato ha contribuito un anno meteorologicamente anomalo, soprattutto per quanto riguarda la frequenza e la durata dei «fenomeni di inversione termica che favoriscono l’accumulo degli inquinanti negli strati bassi dell’atmosfera, quelli in cui noi tutti viviamo e respiriamo, più che per le politiche introdotte. L’evoluzione degli indicatori nei prossimi anni dirà se e in che misura i dati del 2023 esprimono una reale tendenza di miglioramento o un caso isolato».

Segue questa linea il commento di Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia: «Cogliamo questi segnali di miglioramento con cauto ottimismo, ma sappiamo che la strada da fare per raggiungere livelli adeguati di qualità dell’aria è ancora molto lunga e richiede politiche più impegnative, che ancora non vediamo, soprattutto sui versanti della mobilità sostenibile e delle emissioni di fonte agricola. In ogni caso, è una strada da percorrere con maggiore determinazione per i molti benefici che si possono generare, oltre alla riduzione dello smog: una maggiore qualità dell’ambiente urbano, la riduzione della congestione stradale, il contenimento delle emissioni climalteranti e degli impatti della zootecnia intensiva, per non parlare dei benefici sanitari».

Male Cremona, Mantova e Brescia, meglio Milano

Non in tutta la Lombardia, però, si può essere così tanto ottimisti. I dati rilevati nei capoluoghi padani della Lombardia orientale, infatti, sono ancora lontanissimi dagli standard delle raccomandazioni dell'Oms, in particolare a Cremona, seguita da Mantova e Brescia, che svettano nella classifica delle città più inquinate. Qui la media annua, seppure in miglioramento rispetto agli anni passati, si ferma ad un valore intorno ai 30 microgrammi per metro cubo (31 a Cremona, 29 a Brescia, Mantova e Lodi). Mantova è anche prima per numero di giorni con aria "irrespirabile" (60 nel 2023), ben al di sopra dei 35 giorni imposti dalla norma europea.

Milano, insieme alle vicine Monza e Pavia, quest’anno non domina la classifica in negativo, ma occupa una posizione intermedia, con le polveri poco sotto i 28 microg/mc. Peggiore il dato per quanto riguarda il numero di giorni con aria oltre i limiti, che a Milano sono stati finora 49 su 35 consentiti, confermando un quadro che, nonostante l’indubbio miglioramento, è ancora lontano da un giudizio di salubrità. Sicuramente il quadro di mediocre qualità dell’aria è dominato, per queste città, dal traffico veicolare, sia urbano che delle vicine autostrade gravate dalla circolazione di mezzi commerciali.

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