La lettera

Italia Nostra alla sindaca Carnevali: «Più confronto, basta deleghe in bianco»

L'associazione dà il benvenuto alla prima cittadina e chiede collaborazione per il rilancio di Città Alta e democrazia dal basso

Italia Nostra alla sindaca Carnevali: «Più confronto, basta deleghe in bianco»
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Politiche di mitigazione ambientale, recupero delle aree dismesse, isole del verde, Porta Sud, valorizzazione di Città Alta e democrazia dal basso: c'è un po' di tutto, con temi senz'altro non banali, nella lettera aperta indirizzata dall'associazione Italia Nostra di Bergamo alla neoeletta sindaca della città, Elena Carnevali, che raccoglie l'eredità - e la responsabilità - lasciatale da Giorgio Gori, volato a Bruxelles dopo i risultati delle Europee.

La tutela del patrimonio ambientale e culturale

«Per la prima volta Bergamo ha un sindaco donna - esordisce il testo inviato alla prima cittadina giovedì scorso (20 giugno) -. Confidiamo che sappia governare la nostra città con una sensibilità, in genere attribuita alla specificità femminile, particolarmente attenta all’ascolto dei cittadini, al loro coinvolgimento nella gestione della cosa pubblica e al loro benessere, che moltissimo dipende dalla qualità del sistema città».

In particolare, l'associazione scrive a proposito di una politica urbanistica che sappia mettere al primo posto «la bellezza, la pazienza, il coraggio di scelte consapevoli dei profondi cambiamenti in atto, capace di comprendere e far comprendere che il progresso e il benessere del singolo nella nostra realtà non è più meramente la frenesia del fare, ma l’attenzione alle persone e all’uso sapiente del territorio nel quale si muovono e che ne condizionano la vita».

Del resto il consiglio direttivo della sezione, come ha fatto anche con le precedenti Amministrazioni, intende dare un contributo alla gestione del patrimonio ambientale e culturale, confidando «nell’attenzione e nell’ascolto da parte della nuova sindaca e della sua Giunta».

Mitigazione e isole verdi

Al di là della dichiarazione d'intenti teorica, si è poi andati nel dettaglio degli aspetti che più si ritengono fondamentali negli anni a venire. Ovvero, per cominciare, appunto le politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, coerente con l’obiettivo di una città a emissioni zero entro il 2030, come da Agenda Onu.

Ma anche il «riservare la nuova edificazione solo in aree dismesse, con volumetrie conseguenti a uno studio mirato a calcolare il reale fabbisogno abitativo e commerciale. Senza possibilità di monetizzare il verde, ma con l’obbligo di creare isole di verde sufficienti ad abbassare la temperatura media in quell'ambito».

Ma come va declinato poi questo discorso, nello specifico? Per fare un esempio, spiega la lettera, si parla «in particolare delle previsioni urbanistiche nell’area di Porta Sud, e ricordiamo la lungimiranza di chi, quasi trent'anni fa, immaginava in quell’area un vero e grande parco cittadino. Significa anche avviare una politica di gestione degli spazi pubblici, volta ad aumentare le superfici drenanti, [...] l’incremento delle aree pedonali e delle reti di trasporto pubblico».

Rilancio di Città Alta ed evitare «deleghe in bianco»

Di Bergamo, però, bisogna anche valorizzare «il suo stretto rapporto con l’acqua e i nuclei agricoli di antica formazione, riaffidando a Città Alta un qualche ruolo amministrativo, una rinnovata attrattività per le attività professionali non legate al settore turistico». In conclusione, non si manca di sottolineare come sarebbe opportuno evitare una situazione da «delega in bianco», come viene chiamata nel testo, cioè il via libera dopo il voto a fare ciò che si ritiene più opportuno, limitando quell'ascolto ai cittadini che magari, in campagna elettorale, era stato adottato più volentieri.

Ci vuole quindi «un percorso di costante dialogo e confronto con la collettività, che non vuole essere una limitazione del diritto-dovere dell’amministratore di assumere decisioni, bensì un allargamento della democrazia, che non può essere una “delega in bianco” tra un’elezione e l’altra. Confronto che non deve solamente avvenire per mezzo di piattaforme informatiche e referendum tra i cittadini, ma soprattutto avviando un’azione culturale, capace di superare la logica dei circoli ristretti e il divario centro-periferia, favorendo relazioni trasversali tra istituzioni e associazioni, che con la loro attività già forniscono preziosi e importanti servizi alla collettività».

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