Il report

La Bergamasca tra le province più boscose della Lombardia, ma aumentano i roghi

I dati dell'Ersaf indicano una crescita del bosco pari a 13 ettari tra il 2009 e il 2018, adesso ricoprono il 41 per cento del territorio

La Bergamasca tra le province più boscose della Lombardia, ma aumentano i roghi
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Ogni bergamasco ha a disposizione oltre mille metri quadrati di bosco: una media più alta rispetto a quella lombarda, con 623 metri quadrati ad abitante. Siamo terzi tra le province dopo Brescia e Sondrio, ma siamo anche il territorio tra i più interessati dai roghi, dove nella classifica siamo secondi dopo i bresciani.

La Bergamasca ricca di boschi

A dirlo sono i dati resi noti oggi (giovedì 15 febbraio) dall'Ersaf (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste) nel report sullo stato delle foreste, riportati da L'Eco di Bergamo. In Bergamasca abbiamo 113.883 ettari di superficie di bosco della nostra provincia. Ciò a fronte di una superficie lombarda di 619.726 ettari.

Il cosiddetto "tasso di boscosità", cioè il territorio boschivo su quello totale, in Lombardia è al 26 per cento, ma da noi è addirittura al 41 per cento, con valori maggiori solo a Varese (44 per cento), Como e Lecco (47 per cento). In fondo alla graduatoria Mantova, dove solo l’uno per cento del territorio è boschivo. Nelle foreste lombarde sono presenti 17 specie alberi e quelli più rappresentati sono castagni, abeti rossi, carpini neri e faggi.

Aumentano i roghi

Il 2022 ha purtroppo segnato un rilevante aumento degli incendi nella nostra regione: 486, quasi il triplo dei 168 del 2021, interessando una superficie complessiva di 1.713 ettari, di cui 1.124 boscati. 79 gli episodi in provincia, in forte aumento rispetto ai 28 dell’anno precedente. La crescita viene spiegata con i periodi di forte siccità vissuti due anni fa. Tuttavia, la superficie media coinvolta dal fuoco è stata minore, grazie all’efficienza degli interventi di Protezione civile e Vigili del fuoco.

Il 78 per cento degli incendi ha avuto un’estensione inferiore a un ettaro ed il 49,8 per cento degli inneschi è dovuto all’uomo: di questi, quelli dolosi sono il 32,7 per cento e quelli involontari il 17,1 per cento. Il restante 47,1 per cento dei roghi è, invece, dovuto a cause dubbie o non classificabili. I finanziamenti stanziati dalla Regione per le attività di prevenzione, ripristino e lotta agli incendi ammontano a quattro milioni di euro e poco più di due milioni per il servizio aereo, la gestione della rete radio, la formazione di Carabinieri forestali e Vigili del fuoco.

L'epidemia di bostrico

Altro problema che colpisce le foreste lombarde e orobiche è il bostrico dell’abete rosso: nel 2022 l’infestazione in Lombardia ha interessato 2.338 ettari e le province più colpite sono state Brescia (1.620 ettari), Bergamo (444 ettari) e Sondrio (208 ettari). Proprio i tagli "fitosanitari", mirati al contenimento dell’epidemia, hanno contribuito all’aumento del volume di legname tagliato: +14,8 per cento, nel 2022, rispetto all’anno precedente. L’uso prevalente del legname tagliato è quello energetico (il 74,2 per cento), mentre il 22,7 per cento è destinato al settore della produzione, in particolare dei mobili.

Crescono i boschi

Nel decennio 2009-2018 i boschi in Lombardia sono aumentati complessivamente del 2,7 per cento (+1.758 ettari circa l’anno): per la maggior parte, grazie all’espansione naturale del bosco (1.699 ettari l’anno), ma anche alla realizzazione di nuovi, tramite interventi compensativi o il miglioramento di quelli esistenti. La provincia con il numero maggiore di nuovi boschi è Mantova, con 53,4 ettari, seguita proprio da Bergamo (13 ettari).

Commenti
Eleonora

Bravissimo Sig. Giuseppe sono d'accordo con lei! Il bosco deve essere curato altrimenti è una giungla e la giugla non genera nemmeno ossigeno. I rovi che si creano rovinano il terreno e prima che vengano nuovamente coltivati o migliorati occorrono anni e anni, non è immediato.

Francesco Giuseppe

In compenso ci sono molti meno pascoli e prati. Ambedue importantissimi per l'eco sistema. I primi servono per gli animali erbivori, sia d'allevamento che selvatici, i secondi servono per la crescita di erbe naturali e fiori, senza i quali le api non hanno nettare ela raccolta di erbe officinali latita. Non sempre piante e boschi sono un bene, come dice un vecchio proverbio sempre attuale "il troppo, stroppia". Oltre al fatto che i boschi di oggi non sono curati, le piante non tagliate, il sottobosco soffocato e sono più simili a jungle che a boschi.

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