Nomi e numeri

La bizzarra idea di "abolire" via XX settembre e i nomi delle nuove strade di Bergamo

L'Istat propone di cancellare i numeri romani. Intanto, a chi dedicare le nuove vie della città, per esempio quelle di Chorus Life?

La bizzarra idea di "abolire" via XX settembre e i nomi delle nuove strade di Bergamo
Pubblicato:

di Paolo Aresi

Non sembra, ma ogni tanto su Bergamo fiocca qualche nuova strada. È successo con le nuove costruzioni di Redona, sta per accadere con Chorus Life, nell’ex Ote, accanto a via Bianzana. Nel frattempo sono stati intitolati altri luoghi.

A fine novembre la piazzetta che si trova davanti all’ex obitorio (che sta per diventare sede dell’assessorato ai Servizi Sociali) è stata intitolata all’architetto Giulio Marcovigi, progettista dell’Ospedale Maggiore di Bergamo, inaugurato nel 1930 e andato in pensione nel 2012 dopo ottantadue anni di onorevole servizio.

La Commissione toponomastica del Comune ha deciso di ricordare l’architetto che diede alla nostra città un ospedale d’avanguardia. Marcovigi era nato a Bologna nel 1870, morì nel 1937. Socialista, amico di Filippo Turati, non prese mai la tessera del Partito Fascista, ma per la sua serietà e bravura venne rispettato anche dai gerarchi e il lavoro non gli mancò mai. Tra le sue progettazioni anche il Niguarda di Milano.

Chorus e dintorni

Andando a Redona, una nuova viuzza sarà dedicata a una famiglia di artisti locali, i Taragni, che fra l’altro realizzarono le vetrate della chiesa parrocchiale. La cultura locale sarà protagonista, con buona probabilità, anche quando verranno dedicate le nuove vie di Chorus Life.

A quanto risulta, esiste una rosa di nomi che verranno proposti dalla consigliera comunale Luisa Pecce alla commissione toponomastica. I nomi sono: Mimmo Boninelli, Lidya Gelmi Cattaneo, Umberto Zanetti, Carmelo Francia, Vittorio Mora.

Si tratta di persone che si sono spese nel campo culturale o sociale per la nostra città. In particolare, Lidya Cattaneo durante la Seconda guerra mondiale salvò decine di ebrei nascondendoli nelle sue abitazioni del castello di Valverde e di Ponte San Pietro e poi aiutandoli a espatriare. Fu la prima bergamasca iscritta, nel 1974, nel registro dei Giusti tra le Nazioni, in Israele.

La proposta di Luisa Pecce per Chorus Life ci porta nell’alveo della cultura bergamasca (...)

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 15 dicembre, o in edizione digitale QUI

Seguici sui nostri canali