chi sarà stato?

La bomba gettata in discarica a Dalmine (e le storie delle altre bombe ritrovate)

Al centro di raccolta è stato trovato un ordigno di mortaio da 81 mm, modello 35, lungo circa 30 centimetri. I carabinieri indagano

La bomba gettata in discarica a Dalmine (e le storie delle altre bombe ritrovate)
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di Laura Ceresoli

Chi avrà abbandonato in discarica a Dalmine un ordigno bellico? Se lo chiedono in molti da quando tra i rifiuti del centro di raccolta comunale di via Bastone è stata trovata una bomba di mortaio da 81 mm, modello 35, lunga circa 30 centimetri.

Sono stati i dipendenti dell'isola ecologica a notare questo oggetto dall’aspetto insolito mentre smistavano i materiali ingombranti. Del ritrovamento è stata subito informata la polizia locale che è giunta sul posto con due pattuglie. L'area è stata chiusa per qualche ora, il tempo necessario per consentire i rilievi e consentire le operazioni di bonifica.

Fortunatamente, si trattava di una bomba di mortaio inattiva, che è stata quindi rimossa in totale sicurezza e portata via dagli artificieri. I carabinieri stanno ora analizzando i nominativi di coloro che sono entrati e usciti dalla discarica. L’ingresso è infatti consentito tramite un codice Qr, il che potrebbe consentire agli inquirenti di identificare il responsabile.

Una bomba di mortaio è un'arma esplosiva utilizzata principalmente dalle forze armate per colpire bersagli a medio e corto raggio. Il mortaio, che spara la bomba, è caratterizzato da un tubo corto, generalmente inclinato, che permette di lanciare proiettili a traiettorie arcuate. Questo tipo di arma è stato usato dalla prima guerra mondiale fino ai giorni nostri.

La Bergamasca, come molte altre aree d'Italia, ha visto numerosi ritrovamenti di ordigni bellici risalenti principalmente al secondo conflitto mondiale. A tal proposito l'Associazione storica dalminese ricorda un aneddoto risalente al 1944, anno del famigerato bombardamento su Dalmine.

Nonostante i ripetuti richiami alla popolazione delle autorità competenti e della Dalmine-Mannesmann per evitare la raccolta di residui bellici inesplosi, la cronaca riferisce di due vittime. Pietro Orlandi perse la vita. Mario Moioli riuscì a sopravvivere all'evento, ma rimase sfigurato nel volto. Abitava al Casinèt del circòl, oggi osteria La vecchia ferrovia.

«Testimoni ci raccontano che (...)

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