Dal 5 al 7 settembre

La Lav invita a riflettere sui temi della Fiera di Sant’Alessandro, che deve avere un ruolo educativo

L'associazione ambientalista, a pochi giorni dal via dell'attesa manifestazione, invita tutti ad assumere un punto di vista diverso dal solito

La Lav invita a riflettere sui temi della Fiera di Sant’Alessandro, che deve avere un ruolo educativo

Ormai manca poco. Dal 5 al 7 settembre, Bergamo si prepara ad accogliere la tradizionale Fiera di Sant’Alessandro, un appuntamento storico dedicato all’agricoltura e all’allevamento. Tra esposizioni di animali, macchinari e nuove tecnologie, via Lunga si trasformerà in un grande palcoscenico del mondo rurale.

Quest’anno, però, gli organizzatori hanno voluto puntare i riflettori su un tema più che mai attuale: il benessere animale. Una sfida a dir poco complicata, che mette a confronto – e talvolta allo scontro – tradizione e nuove sensibilità. Anche l’associazione animalista Lav (Lega anti vivisezioni) si è espressa in questi giorni sui temi della Fiera.

Una nuova figura in fiera

Per la prima volta, sarà presente anche il garante dei diritti degli animali del Comune di Bergamo, Angelo Maestroni, che ha sottolineato l’importanza di educare la comunità a scelte più consapevoli e sostenibili: «Gli animali non sono oggetti, ma esseri che meritano cura e attenzione. Dobbiamo crescere come comunità, imparare a scegliere prodotti locali e sostenibili, unici e preziosi».

Tra filiera corta e allevamenti intensivi

Uno dei temi più dibattuti in questa edizione è quello degli allevamenti intensivi. Durante la presentazione del programma, lo scorso 28 agosto a Bergamo, il direttore di Confagricoltura, Enzo Ferrazzoli, ha ricordato che, pur con i loro limiti, questi sistemi sono oggi essenziali per garantire prezzi accessibili e prodotti simbolo del made in Italy, come il Parmigiano Reggiano o il Grana Padano.

Al tempo stesso, la Fiera punta a valorizzare sempre di più la filiera corta e le produzioni locali, riservando spazi a nuove tecnologie e strumenti per un’agricoltura più sostenibile. Un equilibrio non semplice da trovare, che solleva una domanda cruciale: cosa vogliamo portare sulle nostre tavole domani?

La voce di Lav

Su questo interrogativo interviene anche l’associazione animalista Lav, che, con un comunicato stampa diffuso in questi giorni, invita a riflettere sugli effetti del sistema produttivo. Secondo l’associazione, «gli allevamenti, grandi o piccoli che siano, hanno comunque un forte impatto sull’ambiente, sulle risorse naturali e, soprattutto, sulla vita degli animali: mutilazioni, decornazioni, abuso delle femmine…. e tutto ciò che mai passerebbe nella mente curiosa e meravigliata di un bambino quando osserva da vicino e per la prima volta esseri viventi tanto diversi, quanto simili a noi, e vi si avvicina con un po’ di fieno in mano, in segno d’amicizia».

Il ruolo educativo

La Fiera si propone anche come momento di incontro tra famiglie, scuole e bambini, offrendo la possibilità di scoprire da vicino il mondo rurale. Per gli organizzatori, è un’occasione preziosa per avvicinare le nuove generazioni alla tradizione agricola, ben radicata soprattutto in Bergamasca.

Lav, però, solleva una questione importante: osservare animali esposti come oggetti, legati o rinchiusi, può trasmettere in modo implicito l’idea che siano risorse e non esseri viventi. Secondo la psicologa dell’associazione, Paola Ghisalberti, «questo tipo di esposizione rischia di ridurre l’empatia spontanea dei bambini e di normalizzare lo sfruttamento».

Un dibattito aperto, insomma, che trasforma la Fiera in un’occasione non solo di festa, ma anche di riflessione: come conciliare tradizione, economia e rispetto per gli animali?