La lunga (e complicata) storia dei bellissimi orti di San Tomaso, che sono rinati
La proposta della giunta Tentorio prevedeva una forte edificazione, le proteste bloccarono tutto. Poi dure trattative fino all’apertura del 12 luglio

di Paolo Aresi
Diecimila metri quadrati per gli orti di via San Tomaso a Bergamo e ottomila metri quadrati per le nuove edificazioni: è la soluzione trovata in essenza dall’amministrazione comunale dopo una lunga trattativa con i proprietari della pregiatissima area che è posta all’interno del quadrilatero verde delimitato dalle vie San Tomaso, Pignolo, San Giovanni e Cesare Battisti.
Lo spazio tra queste vie costituisce un nascosto cuore verde, rappresentato dal Parco Suardi e dagli “Orti di San Tomaso”. Sabato 12 luglio, il Comune ha inaugurato la nuova area, aprendola alla città. Grande festa, dichiarazioni di giubilo da parte degli amministratori. Un percorso aperto intorno al 2009 che dopo sedici anni si è chiuso. Ma come sono andate le cose?
Il taglio del nastro
La sindaca, Elena Carnevali, è intervenuta all’inaugurazione per dire che si è trattato di un’operazione «frutto di un importante progetto di rigenerazione urbana che unisce visione privata e interesse pubblico. L’intervento restituisce un’area storica trasformandola in uno spazio di connessione tra natura, cultura e socialità».
L’assessore alla Riqualificazione urbana, Francesco Valesini, ha ricordato come il progetto attuale abbia preso corpo nel 2015 passando attraverso il fallimento della vecchia proprietà che aveva acquistato l’area, compreso l’ex convento e la scuola materna delle Canossiane.
Da quella proprietà, l’area passò alla società Supernova. La trattativa non si è rivelata semplice, in quanto in una prima fase era stata prevista la possibilità di edificare su un’area più vasta di quella attuale. Valesini ha affermato che un impegno difficile è stato anche convincere i ben trentaquattro eredi che erano proprietari di piccoli appezzamenti degli orti perché li passassero al Comune.
Insomma, alla fine si è arrivati a un risultato. Nell’area - circa dodicimila metri quadrati considerando anche quei trentaquattro piccoli appezzamenti - è compreso il corso della Roggia Nuova, costruita verso fine Quattrocento, che deriva la sua acqua dalla Roggia Serio all’altezza dei moduli di Plorzano di Borgo Santa Caterina (...)