Marisa Stanziola

La militante dei Radicali che trent'anni dopo ha vinto la sua battaglia per Enzo Tortora

In piena Mani Pulite piantò un olmo e mise una piastrella col nome del conduttore davanti al tribunale. «La mia targa sparì, ora ce n'è una più bella»

La militante dei Radicali che trent'anni dopo ha vinto la sua battaglia per Enzo Tortora
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di Andrea Rossetti

«A Gori ho detto solo una cosa: “Ha fatto bene”. Poi l’ho salutato e me ne sono andata». Marisa Stanziola è seduta sul divano del suo bell’appartamento in via Broseta. Davanti, un plico di articoli di giornale ritagliati. Raccontano le piccole, grandi battaglie che ha combattuto negli anni. Cose in cui credeva e crede ancora.

Marisa Stanziola, militante dei Radicali, ha condotto una battaglia trentennale per Enzo Tortora

Stanziola è una militante radicale vecchio stile. Una delle prime, a Bergamo. E la battaglia per l’intitolazione dei giardini di Piazza Dante a Enzo Tortora fu proprio lei a iniziarla, oltre trent’anni fa.

Per questo il pomeriggio di sabato 17 giugno era presente allo svelamento della targa dedicata all’ex conduttore, vittima del più noto ed emblematico caso di malagiustizia del nostro Paese e che esattamente quaranta anni prima era stato arrestato sotto il peso di accuse infamanti dimostratesi poi completamente false e infondate.

Il sindaco Gori ha spiegato che il luogo non è stato scelto a caso: proprio davanti agli uffici della Procura di Bergamo. Una provocazione? Gli ha chiesto il procuratore capo di Bergamo, Antonio Chiappani. «No, un monito - ha risposto Gori -, affinché vi ricordiate che svolgete un delicato ruolo. E che la Costituzione prevede la presunzione d’innocenza».

Gaia Tortora e il procuratore capo di Bergamo, Antonio Chiappani

La domanda del dottor Chiappani, però, non è andata giù a Gaia Tortora, giornalista e figlia di Enzo, alla cerimonia dopo aver presentato in Sala Galmozzi il suo libro, intitolato Testa alta, e avanti. In cerca di giustizia, storia della mia famiglia (Mondadori, 2023): «Non è una provocazione, mio padre non era un uomo socialmente pericoloso (...)

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