La segnalazione

La pista ciclabile sulla Briantea a Longuelo? Bella, ma «manca la corsia d'immissione»

I ciclisti che arrivano dalla città verso Curno trovano una barriera e non riescono a usarla: «Lo faccio presente da anni»

La pista ciclabile sulla Briantea a Longuelo? Bella, ma «manca la corsia d'immissione»
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L'attenzione verso le piste ciclabili, soprattutto dopo le politiche green applicate un po' da tutte le parti, anche qui a Bergamo, è sempre maggiore.

Con i problemi della viabilità per le macchine e la questione inquinamento, diversi cittadini scelgono come alternativa le due ruote, sia per muoversi più comodamente che per risparmiare al capoluogo orobico lo smog, di cui indubbiamente farebbe a meno, in particolare negli ultimi tempi (basta controllare gli ultimi dati resi noti dall'Arpa e Legambiente).

Il problema sulla Briantea

Quando le persone decidono di indossare il caschetto e mettersi in sella, però, lo fanno sapendo che a volte muoversi nel traffico può avere i suoi rischi, anche rispettando le regole, e indubbiamente poter usare delle piste ciclabili efficienti e sicure ha i suoi vantaggi. Proprio per questo, un cittadino ha segnalato alla nostra redazione un problema che si presenta da anni alle porte della città, lungo la strada statale Briantea.

Andando infatti in bici da Bergamo verso Curno, dopo aver passato da poco sia la motorizzazione che l'hotel Lifesource, si arriva nel tratto con a fianco a destra il campo sportivo comunale Loreto. Da lì, i ciclisti cercando quindi di immettersi dalla strada sulla pista ciclabile, che va a lato della statale dopo la svolta a destra arrivando dalla zona del parco. In realtà, però, non è possibile farlo, perché non esiste una corsia di immissione dalla Briantea, come si può notare anche dalle immagini.

«Anche oggi, pista ciclabile domani»

Dopo il guardrail, infatti, a fare da barriera c'è il cordolo in pietra a margine dell'aiuola e l'isola di sanpietrini che separa il passaggio preferenziale per le due ruote dalla carreggiata. «Da anni segnalo in Comune l’impossibilità, da parte di ciclisti provenienti da Bergamo in direzione Curno, di utilizzare la pista ciclabile di via Briantea, visto che non ha un ingresso aperto alle bici in quella direzione - ha spiegato l'autore della segnalazione -, e anche oggi pista ciclabile domani».

Commenti
M.Elena A.

A Bergamo pensano di aver risolto creando le piste ciclabili solo con le strisce sull'asfalto (per esempio v.le V. Emanuele in entrambe le direzioni). Peccato che spesso trovi macchine parcheggiate illegalmente, auto che per evitare la coda al semaforo di che deve svoltare in via Brigata Lupi, si buttano a destra incurante dei ciclisti che arrivano, moto di grosse cilindrate che utilizzano queste piste ciclabili "virtuali" per superare le automobili, il pullman che ti fa il filo perché poco più avanti ci sono le fermate. Parlano tanto di utilizzare la bici ma diventa una roulette russa. Possibile che non si riescano a ricavare delle vere piste ciclabili? È così necessario avere marciapiedi larghissimi? E vogliamo parlare della strada a senso unico che hanno fatto zona piscine? Se sei in bici le macchine non possono superarti quindi ti si avvicinano talmente tanto per farti capire che o metti il turbo o ti cerchi di infilare tra le auto parcheggiate.. Però il marciapiedi è bello largo. E non ditemi che i ciclisti dovrebbero usare quello perché tra le piante e la gente che ci cammina non è fattibile. Prova a farlo, se trovi il pedone sbagliato ti insulta perché quella non è pista ciclabile. Stringete i marciapiedi e fate le piste ciclabili! Renderete la città più sicura per gli automobilisti e per chi vuole salvaguardare l'ambiente e usare mezzi non inquinanti

Marco Locatelli

Segnalo alla redazione che sempre sulla Briantea il collegamento della ciclabile tra Curno e Bergamo è assente e la ciclabile finisce al benzinaio e poi bisogna immettersi sulla Briantea. Per poter prendere la ciclabile in direzione Curno-Bergamo è obbligatorio attraversare in bici uno dei tratti più trafficati della Briantea.

Maurizio

Noi ciclisti dobbiamo prenderci possesso delle strade con la forza, dopo 100 anni di dominio delle maledette auto è ora di finirla. I forzati dell'auto si metteranno in fila dietro di noi, così magari capiranno che in bici si arriva prima.

Aurora

Le ciclabili VERE sono poche e soprattutto non utilizzate, le strade sono un pericolo dietro l'altro per le scorrettezze di tutti e chi deve VIGILARE lo fa solo per guadagnare e non per educare (o rieducare)

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