La protesta di una grassobbiese: «Il Comune non mette i cartelli? Ci ho pensato io»
Sventolano sul terrazzo di una casa in via Lungo Serio, a ridosso dell’incrocio. A posizionarli una cittadina, che ritiene l’area troppo pericolosa
di Stefano Nava
Incrocio di via Lungo Serio ancora al centro di manifestazioni di protesta. E a riproporsi come attivista è V. N., pensionata e residente nella via. Già nell’anno 2022, con un’apertura sul settimanale PrimaBergamo del 29 aprile, la protesta della signora era stata roboante nei confronti dell’amministrazione alla cui guida c’era già Manuel Bentoglio.
Dopo quelle lamentele, che avevano irritato non poco il sindaco, la protesta è continuata fino a oggi quando, dal balcone del primo piano della residenza di V.N. sono comparsi dei lenzuoli con scritte eloquenti: «Basta retromarce pericolose», «Questa non è una rotonda» e «Dallo stop si esce non si entra, tanto meno in retromarcia».
Questi grandi lenzuoli appesi hanno attirato la curiosità di molti automobilisti che, per leggerli, rallentavano proprio in prossimità della sua casa. Quali sono le novità che l’hanno indotta a riproporre la sua protesta nei confronti dell’amministrazione, prendendo anche di mira la polizia locale? «Visto che non mettono nessun cartello di divieto o pericolo - dice -, ho pensato di creare io dei “cartelli” ben visibili che magari inducessero i camionisti a rallentare o prestare attenzione. È dal 2021 che cerco di far capire quanto questo incrocio davanti a casa mia sia pericoloso, ma sembra che per non recar danno alle aziende del territorio si preferisca non intervenire. Ma il Codice della strada parla chiaro, non va a interpretazione soggettiva».
Per avvalorare la sua tesi sulla pericolosità, porta degli esempi video da lei prodotti e «trasmessi all’ufficio protocollo del Comune di Grassobbio». Immagini a cui il sindaco ha replicato: «Ne ho preso visione personalmente [...] Non posso però non constatare che le sue immagini riprendano anche zone pubbliche e sono quindi tenuto a trasmettere le stesse all’autorità competente per valutare la legalità delle stesse in termini di rispetto della privacy».
Non contenta della risposta, che la signora considera una presa in giro a tutti gli effetti da parte dell’amministrazione, porta alla nostra attenzione due articoli del Codice della strada, ossia l’articolo 143 e l’articolo 154, comma 6. Il primo, al comma 12, recita: «Chiunque circola contromano in corrispondenza delle curve, dei raccordi o in ogni caso di limitata visibilità, ovvero percorre la carreggiata contromano [...] è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 327 a 1.308 euro. Dalla violazione prevista consegue la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente da uno a tre mesi». Il secondo recita: «L’inversione del senso di marcia è vietata in prossimità o in corrispondenza delle intersezioni, delle curve e dei dossi».
Rincara poi la donna: «Il Codice della strada, come vede, parla chiaro. Altrimenti se ognuno è autorizzato a fare come vuole, da domani anche io mi comporto come più mi aggrada. Tanto in via Lungo Serio la pattuglia della polizia locale passa una volta sola, di solito alle 18 quando le attività lavorative sono finite. Ma credo che i video che io ho inviato (tantissimi visto l’alto faldone di carta che ha dinnanzi a sé) dal 2021 a oggi parlino chiaro. Sono stata a quattro incontri, di cui uno dove è stata chiamata anche la polizia stradale che ha suggerito delle migliorie che però, secondo me, non sono state fatte. Anzi, hanno solo arrecato danno».
Vista l’importanza della tematica e per capire meglio la situazione, ci siamo recati in municipio dove abbiamo parlato con Giovanni Iudica, assessore alla Viabilità e polizia locale, e con il comandante della stessa, Tommaso Buonanno. «Abbiamo risposto, tramite protocollo, a ogni lettera inviata dalla signora. E come puoi vedere il fascicolo è copioso. L’abbiamo invitata a molti incontri con la dottoressa Mirella Pontiggia, all’epoca dirigente della polizia stradale di Bergamo che, accompagnata dal suo vice e dai carabinieri, ha illustrato alla signora alcuni punti del Codice della strada. Chi meglio di chi vive la strada e i suoi pericoli poteva farlo. Sempre su disposizione della dirigente Pontiggia, l’amministrazione, rispondendo anche a un’interrogazione in merito in Consiglio comunale, ha messo in atto quelle migliorie indicate che qui elenchiamo: parcheggi non più orizzontali ma verticali, allargamento della corsia ciclopedonale, trasferimento dell’ingresso al Parco del Serio di qualche metro più in là e infine il posizionamento dei paletti parapedonali. Sono stati fatti anche incontri con la ditta Nova Servicos che ha preso in locazione un magazzino posto all’interno della via per far sì che i camion entrino dalla parte opposta per scarico e carico in completa sicurezza».
«Vista anche una lamentela della signora per il rumore emesso dalla ditta, è stato fatto un rilevamento di controllo fonometrico a carico della ditta, ma il fascicolo presentato, rileva che il rumore non crea problemi. I suoi muletti, infatti, possono circolare sulla carreggiata a seguito dell’autorizzazione da parte della motorizzazione civile a cui la polizia locale ha rilasciato il nulla osta. Infine, per mettere a conoscenza sia la signora che gli altri residenti, la nostra pattuglia solo in via Lungo Serio passa ben quattro volte e se coglie un mezzo in manovra vietata si stia pur certi che viene immediatamente elevata la contravvenzione. Mettere un presidio fisso non è possibile né in termini logistici né per la privacy. Abbiamo fatto il possibile, seguendo anche le indicazioni della dottoressa Pontiggia, oltre non è possibile andare nemmeno per noi».
Se un sindaco invece di risolvere un problema si appella alla privacy credo proprio che abbia sbagliato mestiere, vergogna
Che la privacy c'è quando fa comodo
Invece di capire/risolvere il problema si appella alla burocrazia.... stessa risposta che ho ricevuto dal sindaco del mio paese per un semaforo ignorato sistematicamente dalla maggioranza degli automobilisti....davanti la pslestra
Hai capito benissimo, l'esempio lampante di una registrazione video a confermare del proprio dire vuole essere usata contro la stessa da parte di chi, eletto dai cittadini, fa man forte ma in realtà sulla strada non fa niente. Sindaco, si dimetta
Quindi il problema è la violazione della privacy, forse ed eventuale, da parte della sciura e non la violazione certa, ripetuta e continuata del codice della strada? Quindi il problema è che chi fa una manovra non consentita, se ripreso, potrebbe pensare che è stata lesa la sua privacy e non che magari poteva far male a qualcuno? Ho capito giusto sindech? Chiedo per un amico.