L'analisi

La sanità privata in Bergamasca guadagna, quella pubblica invece soffre

La Cgil ha studiato i bilanci degli ospedali bergamaschi e li ha messi a confronto. Il privato incassa, ma non incrementa gli stipendi del personale

La sanità privata in Bergamasca guadagna, quella pubblica invece soffre

di Clara Scarpellini

Martedì 24 ottobre, alla sede cittadina della Cgil Bergamo, si è tenuta una conferenza stampa nella quale il sindacato ha presentato l’analisi aggiornata dei bilanci di cliniche e ospedali della provincia di Bergamo.

Da questa, come hanno spiegato Giorgio Locatelli, segretario generale della Funzione Pubblica Cgil di Bergamo, e il funzionario Andrea Bettinelli, è emersa la sussistenza di un problema tutt’altro che irrilevante e che riguarda i guadagni della sanità privata e i pochi investimenti di quella pubblica.

A distanza di quattro anni dall’ultima volta, e soprattutto dopo il delicatissimo periodo della pandemia, il sindacato è dunque tornato a “spulciare” i conti di Asst Papa Giovanni XIII, Asst Bergamo Est e Asst Bergamo Ovest, confrontandoli con quelli delle cliniche Humanitas (Castelli e Gavazzeni), Habilita, Istituto Quarenghi e Iob (Policlinici di Ponte San Pietro e di Zingonia).

L’approccio al Covid

Innanzitutto, la Cgil ha spiegato che, durante l’emergenza coronavirus, la sanità privata ha calato le sue prestazioni senza convertire i propri servizi a supporto della lotta alla pandemia, lasciando così quasi tutto l’onere al sistema pubblico, costretto ad assorbire i costi della gestione Covid. Per questo motivo, negli anni immediatamente successivi il privato ha dimostrato una velocità di ripresa maggiore rispetto al pubblico, tornando ben presto a occuparsi dei servizi medici “ordinari” e registrando un aumento di utile e di organico.

Il problema? Il fatto che i suoi lavoratori sono retribuiti mediamente di meno e con un contratto di settore più arretrato rispetto al settore pubblico.

A parlare, come detto, sono i numeri: l’organico medio totale delle strutture sanitarie private della nostra provincia risulta essere passato, nel periodo che intercorre tra 2016 e il 2022, da 2.036 addetti a 2.732.

Eppure, l’impatto percentuale del costo del personale su quello complessivo della produzione non è aumentato dello stesso modo, passando dal 24,49 per cento del 2016 al 25,75 per cento del 2022. Un aumento minimo.

La Cgil ha poi sottolineato un dato particolarmente positivo a favore sistema pubblico: è riuscito a garantire, dal 2016 al 2022, l’universalità delle prestazioni nonostante (…)

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