Le richieste a Roma

La sindaca di Bergamo aderisce all'appello al governo: «Chieda di fermare il genocidio a Gaza»

L'iniziativa, promossa dalla prima cittadina di Gorgonzola, invita l'esecutivo a muoversi per «porre fine alla distruzione della Striscia»

La sindaca di Bergamo aderisce all'appello al governo: «Chieda di fermare il genocidio a Gaza»
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Lo sdegno per quanto sta avvenendo a Gaza s'alza anche dai comuni di varie zone d'Italia, per arrivare direttamente al governo: la sindaca di Bergamo, Elena Carnevali, insieme a tutta la Giunta, ha aderito all'iniziativa della prima cittadina di Gorgonzola (provincia di Milano), Ilaria Scaccabarozzi, che ha lanciato l'appello "Adesso basta!", rivolto a tutti gli amministratori locali del nostro Paese.

Le accuse al governo israeliano

Un documento in cui si condanna di fatto l'azione dell'esecutivo israeliano, accusato apertamente di genocidio e di uccidere civili innocenti sia tramite azioni militari, che tramite una carestia, provocata impedendo l'ingresso di un numero sufficiente di aiuti nella Striscia.

Il testo, una volta raccolto un certo numero di adesioni, verrà inviato alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, oltre che per conoscenza al presidente Anci, Gaetano Manfredi, al presidente delle Autonomie locali italiane, Roberto Gualtieri, e al presidente dell'Unione delle Province d'Italia, Pasquale Gandolfi.

«A Gaza è in corso un genocidio sotto gli occhi del mondo. Alle vittime quotidiane degli attacchi militari si aggiungono ormai quotidianamente morti per la fame, molti dei quali bambini: vittime di una carestia voluta e imposta. Tutto ciò non è più guerra ma punizione collettiva» si legge nell'appello.

«Gli aiuti sono bloccati: solo pochi camion al giorno, contro gli almeno cinquecento necessari. In Giordania giacciono magazzini colmi di cibo, che non viene distribuito perché il governo israeliano lo impedisce deliberatamente. Si affama una popolazione intera per piegarla con la fame. Non possiamo tacere. Non possiamo continuare a guardare senza agire. Il silenzio, in questo caso, è complicità».

Le richieste al governo

Le richieste dei sindaci al governo nazionale sono di «esercitare ogni pressione politica e diplomatica sul governo di Israele, per sbloccare immediatamente l’accesso agli aiuti alimentari, e che tali aiuti vengano gestiti solo ed esclusivamente dalle agenzie dell’Onu, le uniche con legittimità e imparzialità». Il riferimento esplicito è alla Gaza Humanitarian Foundation, più volte sotto accusa per il suo operato e per presunti episodi in cui le sue guardie private, oppure le forze dell'Idf, avrebbero aperto il fuoco sulla folla, radunatasi per ricevere i generi di prima necessità.

La fondazione, per i sindaci firmatari del documento, è un «ente evidentemente non in grado di assolvere a un mandato umanitario». Si domanda inoltre che «l’Italia si faccia promotrice attiva di un cessate il fuoco e di una soluzione politica, che ponga fine all’occupazione e alla distruzione della Striscia di Gaza». I primi cittadini hanno poi concluso: «Accogliamo e rilanciamo l’appello di Papa Leone XIV e della società civile globale: fermiamo la barbarie. Non c'è più tempo».