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«La situazione dei treni è inaccettabile»: un pendolare stremato da cancellazioni e ritardi

Dopo una settimana difficile come la scorsa a causa dello svio di un treno merci, un utente ha scritto tutto quello che non va

«La situazione dei treni è inaccettabile»: un pendolare stremato da cancellazioni e ritardi
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«La situazione dei treni regionali è ormai diventata inaccettabile. Faccio riferimento in particolare ai treni del primo mattino», è questa la premessa che apre una lettera inviata alla nostra redazione. A scrivere è un pendolare che frequenta la linea Bergamo-Milano e che è ormai esasperato dalle tante cancellazioni e dai ritardi subiti dalla linea «per sollecitare non dico un cambiamento (sarebbe chiedere troppo), ma quanto meno una risposta». 

Una settimana difficile

Il pendolare, in particolare, fa riferimento alla scorsa settimana, una tra le più disastrate degli ultimi tempi a causa principalmente delle ripercussioni avute dallo svio di un treno merci e il conseguente impatto di un suo vagone con un mezzo che trasportava passeggeri nella mattinata di venerdì 13 settembre. Il problema si è andato a sommare anche ai disagi dettati dai lavori di Rfi sulla tratta Bergamo-Ponte San Pietro per il raddoppio e a quelli relativi alla stazione del capoluogo in generale.

I treni accorpati... e cancellati

Scrive: «Dai primi mesi dell'anno, in concomitanza con l'inizio dei lavori di ammodernamento della stazione di Bergamo, i due treni che venivano effettuati alla volta di Milano, quello delle ore 7.35 per Milano Centrale e quello delle ore 7.45 per Milano Greco-Pirelli, sono stati unificati in uno solo, quello delle ore 7.40 per Milano Centrale. Già questo rappresentava un discreto disagio, ma, se fatto in previsione di un miglioramento, si era disposti, obtorto collo, a tollerarlo. Questo, a condizione che il treno delle ore 7.40 – che è un treno fondamentale, perché è quello che, se in orario, consente di essere in ufficio alle 9.00 se si lavora in centro a Milano: cosa che non è garantita dal treno delle 8.02 – fosse sempre effettuato, e fosse sempre in orario. Peccato che ciò avvenga raramente».

Sovraffollamento

In particolare, il pendolare lamenta il fatto che mercoledì 18 e giovedì 19 questo treno non sia stato effettuato e venerdì abbia accumulato quindici minuti di ritardo «cosa che passa sotto traccia al raffronto con le cancellazioni dei giorni prima; anzi, si arriva al punto di ringraziare che il treno ci sia)».

Da qui quindi il sovraffollamento del treno successivo, il Bergamo-Milano Centrale delle 8.02 «con le persone che non hanno trovato posto a sedere stipate come su un camion di polli, e ancor più stipate dopo le fermate di Verdello-Dalmine e di Treviglio Ovest (mentre a Pioltello-Limito, stazione che ormai da qualche anno sembra essere divenuta, a sua insaputa e non si sa bene per quale motivo, snodo fondamentale del trasporto regionale, non sale mai nessuno)».

Ma proprio la mattina?

I ritardi in questa fascia oraria, e ancora di più i treni cancellati, sono proprio quelli che interessano di più gli studenti e i lavoratori. Per questo, quando non un giorno, ma tre di fila si iniziano ad avere problemi, il livello di frustrazione sale. Il pendolare infatti sottolinea: «Chi prende il treno fra le sette e le otto del mattino non lo fa per fare una passeggiata a Milano, ma perché deve andare al lavoro o all'università, e quindi è, nella larga parte dei casi, tenuto al rispetto di un orario, oppure atteso per un appuntamento o una lezione.  Forse a Trenord sfugge che la fascia fra le sette e le otto è il momento più sensibile della giornata, proprio perché dalla puntualità del treno dipende il puntuale ingresso al lavoro (o nel luogo di studio) dei pendolari».

Comunicazione in ritardo

Oltre alla sostanza in sé, il pendolare lamenta anche le modalità di comunicazione: «A lasciare sgomenti più delle cancellazioni e dei ritardi, tuttavia, è come se ne viene informati (o, per meglio dire, non se ne viene informati). Della cancellazione si apprende dal tabellone o dall'applicazione per smartphone di Trenord, quando è aggiornata; dei ritardi, invece, sempre più spesso si apprende in corso d'opera, nel senso che ci si accomoda su un treno presentato come in orario ma che rimane piantato in stazione per dieci e a volte anche venti minuti».

Lo "sciopero dell'abbonamento"

Per un pendolare, che è anche cliente e paga per il servizio, il ragionamento conseguente va inevitabilmente (e giustamente) al portafoglio: «Sembra che a volte ci si dimentichi che paghiamo per un servizio; e qui si arriva all'ulteriore tasto dolente dei costi del trasporto, in costante aumento senza che all’aumento faccia seguito un miglioramento del servizio erogato. Qualche volta ho pensato che una forma di protesta potesse essere lo "sciopero dell'abbonamento" per un mese, come forma di auto-risarcimento per i disagi subiti; ma quello che ci frega è l’essere persone troppo oneste».