La terra ha sete: la Bergamasca fa i conti con la siccità
I dati di Arpa Lombardia parlano chiaro: l’apporto delle nevicate è di circa il 70 per cento inferiore alla media stagionale, il livello dei grandi laghi è al di sotto del 28 per cento e quello degli invasi idroelettrici addirittura del 37 per cento
La terra ha sete, anche e soprattutto nella Bassa. I dati di Arpa Lombardia parlano chiaro: l’apporto delle nevicate è di circa il 70 per cento inferiore alla media stagionale, il livello dei grandi laghi è al di sotto del 28 per cento e quello degli invasi idroelettrici addirittura del 37 per cento. In complesso le riserve idriche regionali segnano un meno 56 per cento, numeri preoccupanti, che tratteggiano uno scenario a tinte fosche per l’intero territorio della pianura padana e ancor più per quello della Lombardia e della Bassa.
Le cave come riserve idriche
Gli esperti dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel Distretto idrografico del fiume Po, riunitisi il 15 febbraio scorso, hanno parlato di condizioni di moderata e in alcune zone addirittura severa siccità meteorologica. Basti pensare che a gennaio, il mese considerato già fra i più secchi, le precipitazioni accumulate sono arrivate a malapena ai 15 mm di media, contro i 55 registrati negli anni passati e febbraio non ha invertito purtroppo la tendenza.
Alla scarsità di precipitazioni si aggiunge l’aumento delle temperature da 3 a 5 gradi in media su Alpi e Prealpi, condizione che ha causato lo scioglimento prematuro delle nevi in quota. Riserve idriche svanite, che avranno una pesante ripercussione sulla stagione irrigua alle porte.
La strategia per ora indicata per contrastare il fenomeno è quella di cercare di incamerare più acqua possibile sfruttando i grandi laghi e recuperando le cave non più attive. Per questo Regione Lombardia ha già finanziato progetti di recupero presentati dai Consorzi di bonifica, opportunità che il Consorzio di bonifica della Media Pianura Bergamasca ha subito colto con il recupero della cava Moschetta di Pontirolo.
Brembo e Serio tra i bacini più critici
La situazione della pianura bergamasca però risulta particolarmente critica: i bacini del Brembo e del Serio, dai quali derivano le reti irrigue, sono fra i più carenti di tutta la Lombardia e la scarsità di risorse è soltanto in parte mitigata dalla Cava Moschetta. A differenza dell’Adda con il lago di Como, infatti, Brembo e Serio non hanno bacini naturali lungo il loro corso che possano raccogliere acqua. L’unica chance in alternativa è sfruttare i bacini idroelettrici in quota.
Per questo il 2 marzo scorso a Bergamo si è svolto un incontro fra i rappresentanti di Regione Lombardia, i tecnici dell’Enel e il presidente del Consorzio di bonifica della Media Pianura bergamasca Franco Gatti durante il quale è stato deciso di rinviare la manutenzione straordinaria alla diga del lago Barbellino, in Alta Val Seriana, prevista per la prossima estate per studiare un sistema di mitigazione della forte carenza di risorse idriche.