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L'allarme di allevatori e agricoltori bergamaschi: «La morsa della siccità non si allenta»

Diverse testimonianze rilanciano l'allarme. Secondo l'associazione è necessario intervenire con reti di invasi, sfruttando bacini artificiali

L'allarme di allevatori e agricoltori bergamaschi: «La morsa della siccità non si allenta»
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Le precipitazioni delle scorse settimane hanno portato solo un leggero sollievo alle campagne assetate e lo spettro della siccità continua ad aleggiare sulle colture in campo, sui pascoli e sulle semine in corso.

Il problema delle scarse piogge è stato evidenziato oggi (mercoledì 13 aprile) da Coldiretti Bergamo: «Dopo un inverno meteorologico (da dicembre a febbraio) che ha fatto registrare in Lombardia solo 65 millimetri di pioggia caduti, l’82 per cento in meno rispetto all’anno precedente, è necessaria più acqua per arrivare a una situazione di normalità».

«La pioggia caduta - ha detto Nazzareno Samuel Ferro, agricoltore di Torre Pallavicina - è sicuramente stata una boccata di ossigeno, sia per i cereali autunno vernini, che erano in sofferenza da siccità, sia per le semine di questi giorni. 14 millimetri di pioggia però non sono stati sufficienti e purtroppo per ora all’orizzonte non si vedono altre perturbazioni».

La preoccupazione per gli effetti dovuti alla siccità è diffusa tra gli operatori del settore: «La pioggia delle scorse settimane è scesa nel modo giusto, lentamente e non tutta insieme - ha detto Andrea Moretti, allevatore di capre a San Giovanni Bianco -, però purtroppo la quantità non è stata sufficiente a scongiurare la siccità. Anche la leggera coltre di neve che ha ricoperto i prati ha portato sicuramente qualche beneficio, ma la terra e le colture hanno ancora sete».

Anche per Andrea Oberti, allevatore di capre di Bracca, la siccità si sta ancora facendo sentire: «I pascoli sono verdi, ma l’erba è scarsa e siamo già in ritardo di 15 giorni con le prime uscite degli animali. Anche la fienagione è a rischio, complice la pendenza degli appezzamenti. Quando il terreno è troppo secco non riesce ad assorbire l’acqua che così scende a valle». Ci sono difficoltà anche per le semine. «Stiamo procedendo con le semine del mais - ha spiegato Davide Facchinetti, allevatore di Treviglio -, la terra si lavora bene però è troppo asciutta e la semente non attacca. Il vento dei giorni scorsi poi ha peggiorato ulteriormente la situazione».

Coldiretti ha poi affermato che la mancanza di acqua va a pesare sull’approvvigionamento dei foraggi, necessari per l’alimentazione del bestiame, in una situazione in cui il costo delle materie prime è alle stelle ed è fondamentale garantire l’approvvigionamento alimentare del Paese, visto il quadro internazionale segnato dal conflitto in Ucraina e da accaparramenti e speculazioni. «Anche sul nostro territorio stiamo assistendo a una tendenza alla tropicalizzazione del clima, che ha cambiato soprattutto la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni. Di fronte ai cambiamenti climatici in atto è importante passare dalla logica dell’emergenza a quella di prevenzione e programmazione».

La cava Moschetta di Pontirolo Nuovo

Quali potrebbero essere allora le possibili soluzioni per affrontare situazioni di questo tipo? «Nella nostra provincia - ha concluso Coldiretti Bergamo - possiamo contare sulla positiva esperienza della cava Moschetta di Pontirolo Nuovo, un bacino che si estende su una superficie di 380 mila metri quadrati, per un volume totale di circa 5,5 milioni di metri cubi di acqua, che consente di andare in soccorso alle rogge di Treviglio quando è necessario. Si tratta di un esempio concreto del progetto sostenuto da Coldiretti nazionale e Anbi, che prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti».

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