Stefano Turchi, preso a calci a bordo campo, è stato pure querelato dal suo aggressore
Si sarebbe aspettato una chiamata di scuse, invece tutto l'opposto. Dichiara: «Vado avanti, in difesa mia e di tutti i portatori di handicap»
È stato preso a calci e pugni, gli hanno rovinato la macchina e ora è stato pure denunciato. Stefano Turchi, ex calciatore professionista affetto da Sclerosi laterale amiotrofica e attualmente responsabile della fascia agonistica del settore giovanile del Brusaporto, è stato aggredito la scorsa domenica 2 aprile dal genitore di un calciatore della squadra avversaria. Lo ha querelato, ma ora, al posto di ricevere una telefonata di scuse come si sarebbe aspettato, ha rimediato una controdenuncia.
«In difesa mia e di tutti i portatori di handicap»
L'assurda vicenda di violenza iniziata sul campo di Albano San'Alessandro, in occasione della partita tre Brusaporto e Uesse Sarnico, categoria Allievi regionali Under 17 Èlite, continua e lo stesso Turchi è determinato a non abbandonare la propria causa, come ha spiegato a L'Eco di Bergamo: «A questo punto, non mi resta che andare avanti a ogni costo, in difesa della mia persona e di tutti i portatori di handicap».
Sempre più violenza sui campi
Sono stati tanti gli episodi di violenza negli stadi della Bergamasca in questo periodo, dalla rissa ad Alzano, al pugno e inseguimento del giovane arbitro a Palosco. Alla luce di tutto questo e di quanto gli è capitato in prima persona, la battaglia di Turchi vuole mandare un messaggio di stop a queste violenze: «In questa brutta pagina di calcio abbiamo perso tutti. Io ho preso le botte, quell’uomo ha dato un cattivo esempio al figlio e la società civile non è riuscita a produrre un antidoto alla violenza».