la questione

L’Anac ha condannato il Comune di Urgnano sulle tariffe del cimitero

Un cittadino ha scoperto che i costi per l'estumulazione erano affidati al libero mercato, ma non dovrebbe essere così

L’Anac ha condannato il Comune di Urgnano sulle tariffe del cimitero
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Si è accorto che al cimitero di Urgnano qualcosa non andava quando nel 2020 ha dovuto provvedere all'estumulazione di parenti stretti. Da allora è iniziata la battaglia di Martino Malanchini, del circolo Pd di Urgnano, che ora, a tre anni di distanza, si è conclusa con la condanna del Comune di Urgnano da parte dell'Anac, l'autorità anticorruzione.

Il parere del Difensore civico regionale

Il cittadino ha scoperto che il servizio e le tariffe applicate al procedimento di estumulazione erano affidati al libero mercato senza nessuna regolazione a livello comunale. L'opinione del Difensore civico regionale, al quale il cittadino si era rivolto in prima istanza, è stata subito chiara e si è espressa in un sollecito al Comune affinché adottasse una delibera per definire le tariffe, dato che la «quantificazione dei costi effettuata caso per caso non consente di garantire un'azione amministrativa corretta, trasparente ed equa nei confronti dei cittadini».

Il parere di Anac

La questione si sarebbe potuta chiudere facilmente se il Comune avesse preso in considerazione l'opinione del Difensore civico, ma, dato che la situazione restava ferma, Malanchini ha deciso di andare fino in fondo. Con la consulenza dell'avvocato Stefano Rossi e l'appoggio del gruppo Forza Civica Urgnano Basella, ha quindi presentato a gennaio 2021 una segnalazione all'Autorità Anticorruzione che, dopo una approfondita istruttoria, ha sentenziato pochi giorni fa che la modalità gestionale adottata dal Comune di Urgnano non è conforme al quadro normativo vigente che fa rientrare l'esumazione ed estumulazione tra i servizi pubblici locali necessariamente di spettanza comunale.
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