Il giovane arbitro preso a pugni da un genitore a Palosco sta pensando di lasciare la sua passione
Lo racconta Paolo Fiorini, presidente provinciale dell’Associazione italiana arbitri, che confida: «Spero possa cambiare idea»
Si è visto un uomo adulto andargli incontro con rabbia, raggiungerlo e sferrargli un pugno in pieno volto. È questa la prospettiva del giovane arbitro 22enne, che, domenica 5 febbraio, ha vissuto sul campo di Palosco un incubo tale che ora sembra voler lasciare la sua passione per l'arbitraggio alle spalle.
Arbitro in pausa
Lo racconta il Corriere Bergamo, che ha intervistato Paolo Fiorini, presidente provinciale dell’Associazione italiana arbitri: «L'ho sentito, i dirigenti e i designatori sono andati a trovarlo per fargli sentire la nostra vicinanza. L’ho trovato molto scosso e deluso. Si è spaventato trovandosi davanti un uomo che poteva avere l’età di suo padre e che lo ha preso a pugni. E si chiede: cosa sto qui a fare? Si è messo in pausa perché ha paura, e probabilmente ci lascerà. Spero che, trascorso questo brutto momento, possa cambiare idea».
Arbitrare non è semplice
Un epilogo che, se il ragazzo non cambiasse idea e si concretizzasse, sarebbe ancora più triste e sconfortante dell'avvenimento in sé, che, dopo il caso della rissa a Nese, rappresenta il secondo episodio di violenza in campo a distanza di poche settimane in Bergamasca. In questo caso, la vicenda spinge a riflettere sul ruolo dell'arbitro, ma anche sulla sua persona. Nei campionati giovanili, come ha sottolineato lo stesso Fiorini, spesso arbitrano giovani appassionati, ma con tanto ancora da imparare. A questo, si aggiunge il fatto che il Var, ormai diventato consuetudine nella sfide ad alti livelli, non c'è; non solo, non ci sono nemmeno i guardalinee.
Una partita movimentata
La partita, giocata tra l'Aurora Seriate e l'Oratorio Palosco, categoria Under 17, è stata movimentata. Non sono mancati cartellini, ma come ha testimoniato il mister dell'Aurora Giulio Cagliani: «È stato un bello scontro, entrambe le squadre erano motivate e volevano vincere, quindi la foga c'era, ma i ragazzi non hanno superato la linea del rispetto, come invece ha fatto il genitore che ha scavalcato la recinzione, arrivando a inseguire l'arbitro dopo averlo picchiato. Non ho mai visto nulla di simile in trent'anni di attività».
Il problema? I genitori
Fiorini ha confermato al Corriere Bergamo: «Il problema non è l’atteggiamento dei giocatori, ma proprio quello dei genitori. I padri ma anche tante madri. Sono una vera piaga. Hanno questo trasporto eccessivo nei confronti dei figli, li vedono tutti come dei campioni, litigano e si insultano in tribuna e istigano i ragazzi. Succede nel settore giovanile scolastico, Under 15, 16 e 17. Poi dagli Juniores in su, i ragazzi sono più grandi, i genitori si staccano e i figli diventano più responsabili in campo».