di Paolo Aresi
«Voglio fare il progetto perché è meraviglioso poterlo fare», ha scritto l’architetto Tadao Ando, giapponese, famoso in tutto il mondo, ai proprietari dell’azienda Crs di Gorle, Stefano e Andrea Civettini, quando gli hanno chiesto di intervenire nello stabilimento ex Reggiani.
Perché l’architetto di Osaka ha risposto in questo modo così entusiasta? Certamente non perché gli manchino altre proposte di lavoro. Evidentemente l’idea di intervenire su un comparto industriale grande, all’interno di una città, mantenendo, per giunta, la destinazione lavorativa, deve essere parsa a Tadao Ando una buona occasione per esprimere al meglio la sua architettura. E non è poco per Bergamo perché Ando è considerato in maniera unanime un professionista di grande valore.
Un nuovo capitolo
La lunga storia della Reggiani abbandonata e vuota è arrivata a un epilogo che è stato presentato giovedì 4 dicembre a Palazzo Frizzoni durante una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche la sindaca Elena Carnevali e l’assessore alla Rigenerazione urbana Francesco Valesini oltre che i proprietari della grande area, i fratelli Manzi, i quali hanno annunciato che una parte degli spazi è stata acquistata dalla Crs di Gorle e che un’altra resterà a loro per farne un intervento di tipo residenziale.
La zona è molto grande, si tratta del secondo intervento, per ampiezza, che si fa a Bergamo, dopo il comparto di Porta Sud, all’ex scalo merci della ferrovia. La speranza è che i due distinti interventi, quello industriale e quello residenziale abbiano un valore estetico, ma anche sociale: Bergamo ha bisogno non soltanto di case per i ricchi, ma anche di abitazioni per chi fatica a far quadrare il bilancio e per i giovani che vogliono creare una famiglia.
Per quanto riguarda la parte industriale, i Civettini hanno chiarito che da tempo stavano cercando un’area per la nuova sede dell’azienda (…)