Lavori complessi al parapetto e tempi lunghi: l'estivo a Sant'Agostino è a rischio
Una parte della struttura era crollata il 9 settembre. Il Comune sta pensando a come intervenire, ma nessun segnale dalla Soprintendenza

A quattro mesi dall'alluvione del 9 settembre, a Bergamo alcuni disagi conseguenti sono state sistemati, altri meno. Non solo vicino agli argini della Morla c'è ancora molto da fare, ma anche al Parco di Sant'Agostino. Qui infatti il parapetto crollato, che aveva creato delle suggestive, quanto inquietanti cascate, non è ancora stato sistemato. Da qui quindi nasce una domanda: l'estivo si farà?
Le idee
L'Eco di Bergamo spiega che allo stato attuale il Comune è in attesa di un confronto con la Sovrintendenza, contattata a novembre. I tecnici di Palafrizzoni un'idea di intervento l'avrebbero: hanno proposto di creare delle bocche di sfogo alla base del manufatto, così che in caso di pioggia l'acqua possa defluire, frenando la spinta dell’acqua sulle pietre che saltano e cadono a valle.

Perché serve la Soprintendenza
Il parapetto verrebbe quindi ricostruito, ma non come fatto in precedenza per evitare che si ripropongano situazioni critiche. Tuttavia, proprio questo cambiamento richiede il vaglio della Soprintendenza. Nel mentre, il parco resta chiuso.
Il dubbio sull'estivo
Certo è che il Comune non sembra voler rinunciale al tradizionale estivo che popola il parco nei mesi più caldi. I tempi però stringono, dato che i bandi devono essere fatti a maggio. Nel giro quindi di pochi mesi la situazione da incerta quale è dovrebbe diventare più chiara.
Per questo, presto ci sarà un confronto tra l'assessore al Verde Oriana Ruzzini e quello al Commercio Sergio Gandi che insieme a funzionari e tecnici cercheranno di capire quale possa essere la soluzione migliore per l'estate.
Un grande forse
In particolare, l'assessore Ruzzini a L'Eco di Bergamo si è mostrata molto attenta a non sbilanciarsi con un «la realizzazione dell'estivo come i cittadini l'hanno sempre vissuto è in forse». I lavori da compiere, infatti, sono ingenti e anche la struttura idrogeologica va studiata e mappata prima di procedere con qualsiasi intervento.