La decisione

Le gestione del nido di Valtesse verrà esternalizzata: i sindacati criticano il Comune

Le sigle non condividono la scelta di Palazzo Frizzoni: «Serve una gestione diretta e pubblica per garantire servizi all’altezza»

Le gestione del nido di Valtesse verrà esternalizzata: i sindacati criticano il Comune
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In foto, il nido di Valtesse prima dei lavori di rifacimento della struttura

Il prossimo settembre, il nido del quartiere Valtesse di Bergamo verrà esternalizzato e affidato a una cooperativa sociale. La decisione della giunta Carnevali, però, non è piaciuta molto a Cgil, Cisl e Rsu, anche perché i dipendenti erano stati spostati in altre strutture durante i lavori finanziati dal Pnrr, con la speranza poi di ritornarvi.

Un'eventualità che ora appare improbabile e che per questo provoca il disappunto dei sindacati, che hanno dichiarato in modo manifesto, in una nota diffusa ieri (lunedì 16 giugno), di non avere apprezzato diversi aspetti nella gestione dei servizi per l'infanzia da parte di Palazzo Frizzoni.

Esternalizzazione decisa senza discussione

«Vogliamo esprimere il nostro rammarico e disappunto per le scelte che l’Amministrazione comunale sta portando avanti nella gestione dei servizi per l’infanzia del Comune di Bergamo - commentano le sigle -. In particolare, ci colpisce negativamente la decisione di esternalizzare, a partire dal prossimo settembre, la gestione del nido di Valtesse. Attraverso la mancata previsione di nuove assunzioni di personale educativo nel piano del fabbisogno del Comune - segnalata da tempo dalle Rsu e dalle organizzazioni sindacali - si è di fatto esclusa la possibilità di una gestione diretta».

Il "Bruco verde", in via Biava, è una struttura storica della città, chiusa due anni fa per essere ristrutturata grazie a fondi europei. «Il personale educativo in servizio - continuano i sindacati - è stato quindi ricollocato temporaneamente in altri nidi, con l’idea - mai smentita - che, a lavori ultimati, sarebbe rientrato nella sede originaria. Oggi si scopre che così non sarà, e che quella che era stata presentata come una sistemazione provvisoria è diventata definitiva, senza alcuna discussione».

«Le cooperative sociali costano meno»

I sindacati che la riapertura del nido era prevista da tempo nel piano lavori dell’Amministrazione, per cui non capisce perché non si è programmata per tempo anche l’assunzione del personale necessario.

«L’affidamento in appalto di un servizio tanto delicato ci lascia fortemente perplessi, sia per le minori possibilità di controllo sulla qualità, sia per la distanza che si crea tra il soggetto gestore e la comunità. Ma soprattutto non possiamo ignorare il fatto che, a parità di mansione, il personale delle cooperative sociali è inquadrato con un contratto nazionale significativamente più povero rispetto a quello degli enti locali, sia sotto il profilo economico che normativo. Applicare logiche esclusivamente economiche a un ambito così sensibile come quello dei servizi all’infanzia ci sembra miope e pericoloso».

«La gestione pubblica più sicura»

I nidi comunali di Bergamo, hanno ricordato le sigle, hanno rappresentato per decenni un modello di eccellenza, riconosciuto a livello nazionale e internazionale, indipendentemente dall’orientamento politico delle amministrazioni che si sono succedute. «Delegazioni straniere vengono ancora oggi a studiarne l’organizzazione e la qualità. Il percorso educativo e di crescita dei bambini e delle bambine riguarda non solo il loro presente, ma il futuro stesso della nostra comunità. Per questo siamo convinti che la gestione diretta e pubblica sia la via più sicura per garantire standard elevati e servizi all’altezza».

I sindacati auspicano quindi che la decisione venga rivista e che, in vista dell’ampliamento dell’offerta con l’apertura di nuovi nidi, si pianifichi per tempo l’assunzione di personale educativo tramite concorso, evitando nuove esternalizzazioni.

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