La polemica

Le imprese bergamasche sui ponti dell'Adda: troppi divieti, così siamo meno competitivi

L'allungamento dei tragitti degli autoarticolati incide sui costi del trasporto, così le aziende fanno fatica a lavorare in provincia di Milano e in Brianza

Le imprese bergamasche sui ponti dell'Adda: troppi divieti, così siamo meno competitivi
Pubblicato:

La situazione dei divieti e del traffico dei ponti sul fiume Adda sta diventando un grosso problema. A dichiaralo è stato il segretario della sezione bergamasca della Federazione autotrasportatori italiani, Doriano Bendotti, e il vicepresidente Paolo Doneda al Corriere della sera Bergamo: «Il settore della logistica è in espansione, le aziende tendono a far viaggiare le merci sui camion senza accumulare magazzino, ma non ci sono strade percorribili, con notevoli perdite economiche per le imprese». In genere un autoarticolato pesa intorno alle 44 tonnellate in totale, che arrivano a 56 per quelli del settore edile: tuttavia il limite massimo di peso sui ponti è in molti casi inferiore, così come per le strade limitrofe.

Sul ponte di Brivio il limite è 40 tonnellate, mentre quello di San Michele tra Calusco e Paderno si abbassa addirittura a 3,5 tonnellate e per giunta è a senso unico alternato da tempo. Il ponte di Capriate che porta a Trezzo sull'Adda ha il divieto per veicoli superiori alle 20 tonnellate, ma dalla strada di Trezzo il limite è a 3,5 tonnellate.

Il risultato è che, per arrivare dall'altra parte, il tragitto si allunga di 50 kilometri, transitando da Calolziocorte e passando da Rivolta D'Adda, arrivando ad un ponte che non presenta limitazioni di peso. I due attraversamenti della A4 e della Brebemi richiedono l'autorizzazione in anticipo per trasporto eccezionale, con un'indennità di usura che la Federazione autotrasportatori italiani (Fai) ritiene troppo alta. Nei pressi dei due attraversamenti autostradali si trovano il ponte di Cassano d'Adda e quello che collega Canonica a Vaprio, quest'ultimo con limiti di peso e senso unico alternato.

Intanto il costo per ogni trasporto lievita di 50 euro, con una media giornaliera per ogni azienda di circa 250 euro. Per le aziende di autotrasporti e le imprese edili (che devono rifornirsi di materiale per le costruzioni) arriva così ad aumentare in maniera significativa, rendendole meno competitive rispetto alle concorrenti delle province di Milano e Monza-Brianza, facendo loro perdere molti lavori.

A questo si aggiunge che i problemi potrebbero essere risolti, almeno parzialmente, con la realizzazione di altri attraversamenti: le varianti di Vaprio e di Cassano hanno problemi per il rallentamento dei cantieri o per lo stop ai lavori, Paderno e Calusco non trovano un accordo per la costruzione del nuovo viadotto, mentre con il cestinamento del tratto D della Pedemontana è sfumata l'ipotesi di costruire un ponte tra Bottanuco e Cornate d'Adda, che sarebbe stato molto comodo per ridurre il traffico.

La necessità della realizzazione di queste opere è ormai evidente, soprattutto tenendo conto che dovevano essere finite già anni fa, ma per motivi burocratici o logistici i lavori sono in ritardo o addirittura non sono mai partiti.

Seguici sui nostri canali