Giardinaggio e aiuole

Le lamentele sul "mulching" nel quartiere di Colognola, dove l'erba è diventata gialla

L'accumulo di sfalci è diventato in parte fieno e in parte compost, che non sembra faccia bene al prato. Problemi anche con i rifiuti

Le lamentele sul "mulching" nel quartiere di Colognola, dove l'erba è diventata gialla
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Dopo la situazione di qualche settimana fa del quartiere Magrini, la questione dell'erba tagliata e lasciata sul prato nelle aiuole (invece di essere portata in discarica) ritorna, stavolta nella vicina Colognola.

La tecnica del "mulching"

A fine maggio si è effettuato lo sfalcio, applicando la tecnica del cosiddetto "mulching", che era stata illustrata dall'assessore al Verde pubblico di Bergamo, Marzia Marchesi, dopo l'interrogazione del consigliere leghista Alberto Ribolla, proprio per lo stesso problema presentatosi nel quartiere Magrini.

In pratica, i fili d'erba oltre che tagliati vengono finemente sminuzzati, per poi essere lasciati sul posto, invece che essere raccolti in un sacco e conferiti alla piattaforma ecologica. Come spiegato da Marchesi, questa tecnica dovrebbe restituire al suolo le sostanze necessarie per i vegetali, che deriverebbero dalla decomposizione dell'erba tagliata. Inoltre, si risparmierebbe sul trasporto ed eliminazione dei rifiuti verdi.

L'erba degli sfalci nel quartiere Magrini, inizio giugno 2023

L'erba gialla e i rifiuti abbandonati

Il problema, a quanto pare, è che almeno nei casi delle due zone segnalate l'erba ingiallisce, in parte diventando fieno, in parte accumulo di marcio, che non fa certo una bella impressione e, poi, sembra non fare molto bene nemmeno alle aiuole. Come del resto, dalle segnalazioni sul bollettino della parrocchia, pare sia successo a Colognola, che non è affetta solo da questo problema: ci sarebbero anche degli ignoti che, di notte, si recano nell'area e, proprio negli spazi verdi, abbandonano i loro rifiuti.

A quelli illegali, si aggiungono gli altri (ovviamente regolari) che devono pur esser lasciati da qualche parte dai condomini per il ritiro. I quali, però, richiederebbero punti di accumulo, a giudizio di alcuni residenti, più adeguati.

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