Arte di strada

L'enorme e un po' inquietante murales ad Azzano: qual è il suo significato?

Da qualche tempo fa capolino su una delle facciate della scuola media. Un corpo nudo, informe, con la pelle flaccida, lo sguardo perso nel vuoto

L'enorme e un po' inquietante murales ad Azzano: qual è il suo significato?
Pubblicato:

di Laura Ceresoli

Costeggiando il parco skate di via Papa Giovanni XXIII, non passa inosservato l'enorme murales che da qualche tempo fa capolino su una delle facciate della scuola media. Un corpo nudo, informe, con la pelle flaccida, lo sguardo perso nel vuoto. L'opera ha un titolo emblematico: La consapevolezza femminile, sacrificio e consapevolezza maschile - Risalita dagli Inferi e tentativo di fuga dai demoni predatori dello sposo Dumuzi.

Fa parte del progetto “Inanna”, finanziato da Fondazione Cariplo e promosso dall'associazione “A levar l’ombra da terra” e dalla cooperativa sociale Patronato San Vincenzo. Oltre ad Azzano San Paolo, nell’iniziativa sono stati coinvolti altri cinque Comuni (Bonate Sotto, Levate, Mozzo, Verdello, Bergamo) in ognuno dei quali è stato disegnato un capitolo di questa storia antica ispirata alla dea sumera di fecondità, bellezza e amore.

La realizzazione di ogni murales è stata preceduta da tre incontri guidati dalla psicoterapeuta Sonia Giorgi con gruppi di cittadini del territorio. Obiettivo: raccontare il mito, riflettere sul suo significato e far emergere suggestioni che gli artisti Nulo e Nemo’s hanno poi fatto proprie nell’ideazione delle loro opere di street art. Questi laboratori espressivi in bilico tra arte e psicologia, che ad Azzano si sono svolti ad aprile, hanno incluso momenti di lettura di una parte di testo, una fase più espressiva di scrittura e una pratica dedicata alla manipolazione della ceramica, guidati da dall’illustratrice e ceramista Susanna Alberti.

Il significato dell’opera

«Inanna fissò su Dumuzi gli occhi della morte. Pronunciò contro di lui la parola dell'ira. Emise contro di lui il grido della colpa: “Prendetelo! Prendete Dumuzi!”». Prende spunto da questo passaggio del mito il murales realizzato di fronte al parco skate. Dopo i primi capitoli incentrati sul femminile inconsapevole, la sessualità come espressione di sé, il potere femminile nel patriarcato, il viaggio interiore o confronto con l’ombra, ad Azzano è stata raffigurata la nuova consapevolezza femminile che promuove la consapevolezza maschile. Perché Inanna possa tornare dal regno dei morti, qualcuno deve prendere il suo posto. La scelta ricade sullo sposo Dumuzi, che Inanna trova sul suo trono per niente preoccupato per la scomparsa della moglie. Emergono da questo episodio la rabbia e la forza di Inanna contro un Dumuzi simbolo del patriarcato chiamato a giudizio (...)

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 10 agosto, o in edizione digitale QUI

Seguici sui nostri canali