«Caro amico...»

Lettera di Viaceslav, russo che vive in Ucraina: «Cosa dovremmo fare se non combattere?»

Amico di una famiglia bergamasca di Entratico, racconta quel che sta vivendo: «Per noi Putin assume il volto del nuovo Hitler»

Lettera di Viaceslav, russo che vive in Ucraina: «Cosa dovremmo fare se non combattere?»
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Più volte il signor Viaceslav, russo che vive in Ucraina, è stato ospite nella nostra provincia, fino al punto da stringere amicizia con una famiglia bergamasca di Entratico. Dal giorno dell’inizio della guerra i contatti via internet si sono fatti più frequenti. Pubblichiamo una sua lettera, che riassume bene il dramma che si sta consumando nel suo Paese.

«Grazie, caro amico per la sua risposta.

Grazie a Dio siamo in un posto quasi tranquillo: Termnopil è più o meno lontano dai luoghi dove si combatte. Anche Odessa oggi non è un posto particolarmente pericoloso. Ma ogni giorno c’è il rischio di uno sbarco della flotta russa. Qui a Termnopil ci sono solo allarmi qualche volta al giorno e di notte. Ho trovato un posto in Belgio per i miei. Ho comprato i biglietti dalla Romania e in qualche giorno spero farli andare. Grazie per tutto. Son sicuro che vinceremo. Spero di vedervi presto. Un cordiale saluto».

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«Notizie... Anche qui è difficile capire cosa stia succedendo.

Io posso raccontare quello che osservo dalla mia posizione e come la vedo io.

Allora. Sono russo. I miei nonni sono di Vladimir e Briansk. Mia nonna che vive a Odessa era nata a Mosca. Ho sangue russo al cento per cento. I miei nonni erano ufficiali militari dell’esercito dell’Unione Sovietica. Mio nonno materno ha combattuto nella Seconda Guerra Mondiale. Lui era di stanza a Vienna. Dopo la guerra è stato congedato come tenente colonnello. Per il suo servizio ha potuto scegliere dove vivere la sua pensione e tra Volgograd e Odessa ha scelto Odessa.

Personalmente non ho problemi in Ucraina. Parlo russo e fluentemente parlo la lingua ucraina, l’inglese, un po’ di italiano e un po’ la lingua lituana. Io non ho necessità di difendermi, come dice Putin.

Dopo l’epoca dell’Unione Sovietica, l’Ucraina ha ottenuto l’indipendenza. Ha vissuto una crisi economica, dove per dieci anni c’è stata una povertà totale. Sia in Ucraina che in Russia. Alla fine del 1999 in Russia sale al potere Putin. I russi amano la propria storia imperiale. E Putin inizia a poco a poco dare loro la speranza di rivincita.

Da sempre gli ucraini per i russi sono stati paragonati a russi di seconda categoria. Un popolo rurale senza storia e senza cultura. La lingua è simile, ma non è il russo. C’è un modo di dire: “Gli ucraini sono stolti, ma parenti”. Per molti anni l’impero russo ha fatto di tutto per distruggere la lingua e la cultura ucraine. La lingua ucraina di fatto è più vicina alla lingua polacca. Per i russi è difficile capire la lingua ucraina. Penso un po’ come per gli italiani capire la lingua spagnola.

Nel 2008 Putin a Monaco di Baviera ha detto che “il crollo dell’Unione Sovietica è stato un disastro”. E sta proprio qui l’inizio della guerra contro l’Ucraina. Ma questa guerra era iniziata già prima in Georgia. Il mondo, però, non ha fatto niente per fermare tutto questo».

(...)

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