L'ex generale Lunelli: «Mattarella aveva promesso ai bergamaschi la verità sul Covid»
L'esperto di pianificazione al fianco dei familiari delle vittime: «A 18 mesi dalle dichiarazioni del Presidente non è stato fatto nulla»
«Vogliamo la verità. Semplicemente la verità su quanto accaduto a Bergamo durante le prime fasi della pandemia». Lo chiede l’ex generale dell’esercito Pier Paolo Lunelli, esperto di pianificazione ed ex direttore della scuola interforze per la difesa nucleare, biologica e chimica, in una lettera aperta.
Il Covid ha picchiato duro in Bergamasca. Morte, disperazione, nuclei familiari distrutti, a volte persino cancellati. Ma, al netto della terribile malattia, resta da capire se è stato fatto davvero tutto il possibile per limitare la portata del disastro, soprattutto nelle prime fasi. Se davvero avevamo un piano pandemico aggiornato. E se tutte le procedure previste dal Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive (Ecdc) sono state attuate.
Cinquecento famiglie bergamasche hanno più di un dubbio. Hanno messo le loro storie nelle mani dei legali. Ne è nato un atto collettivo di citazione in giudizio, all’esame del tribunale di Roma. Oltre duemila pagine di documentazione, in cui si chiede la condanna della Presidenza del Consiglio, del Ministero della Salute e di Regione Lombardia. Oltre a un risarcimento di circa 100 milioni di euro.
«Quella del Covid è stata una sorta di terza guerra mondiale - scrive il generale Lunelli -. Combattuta contro un nemico invisibile che alimenta paura, insicurezza e gravi limitazioni alla nostra vita».
Secondo l’Istat, che ha analizzato i dati delle anagrafi comunali, nel periodo fra marzo e dicembre dello scorso anno in Italia ci sono stati 108mila morti in più rispetto alla media dei 5 anni recenti. Circa diecimila morti in più ogni mese. Come se un Paese delle dimensioni di Ponte San Pietro scomparisse ogni mese dalla carta geografica. In Bergamasca, nei tre mesi a cavallo fra marzo e maggio 2020, si sono registrati 6200 morti in più rispetto alle medie precedenti. Una strage.
«Ricordare significa riflettere seriamente, con rigorosa precisione, su ciò che non ha funzionato, sulle carenze di sistema, sugli errori da evitare di ripetere», ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso tenuto a Bergamo nel giugno 2020.
«Ma a 18 mesi dalla dichiarazione dello stato di emergenza e a un anno dal discorso del Presidente non è stata condotta nessuna analisi e autovalutazione di ciò che è successo e perché - scrive ancora Lunelli -. Questo accresce il legittimo sospetto che si vogliano celare al pubblico carenze e gravi responsabilità, spacciate da alcuni politici per piccoli errori o sbavature».
«A questo si aggiunge la farsa della Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di SARS-CoV-2, che sembrerebbe limitarsi alle sole responsabilità della Cina e dell’Oms - aggiunge il generale -. Agli occhi di coloro che hanno perso i loro cari, questo appare un ulteriore esempio di disinformazione istituzionale per spostare l’attenzione su altri temi. Sorveglieremo attentamente per evitare che questo accada».