La beffa: lo Spid gratis promosso dal Comune di Bergamo ora si paga
La colpa, dicono da Palazzo Frizzoni, è del governo italiano. Ha bloccato i finanziamenti ai provider del servizio, che ora chiedono il pagamento di un canone annuo per rinnovarlo

Per molti cittadini di Bergamo, sarà probabilmente il colmo: dopo che, negli ultimi anni, molti di loro hanno fatto lo Spid in seguito alle campagne del Comune, che lo offriva in modo gratuito, adesso dovranno pagarlo.
L'operatore, negli scorsi giorni, ha recapitato a diversi di loro una comunicazione, che avvisa del pagamento annuale di 9,90 euro per il servizio.
Promosso come gratis, ora si paga
La vicenda non lascia tanto basiti per il costo (dieci euro l'anno non sono un'enormità), quanto per le modalità: qualcosa che prima veniva propugnato come gratis, con le istituzioni pubbliche che invitavano i cittadini ad aderire, all'improvviso non lo è più e si esige la moneta.
Attenzione però, perché a quanto pare la colpa non è di Palazzo Frizzoni, bensì del governo italiano. Sì perché, secondo quanto reso noto dal Comune, da Roma hanno bloccato i finanziamenti ai provider del servizio, in questo caso SpidItalia. Il quale, non vedendo più arrivare soldi, li deve pur recuperare da qualche parte. Ed ecco quindi arrivare un inaspettato canone annuo per il rinnovo del servizio.
L'Amministrazione comunale di Bergamo, in una nota diffusa ieri (venerdì 20 giugno), ha ricordato come dal 2018 si è impegnata nell’erogazione gratuita dell’identità digitale, grazie alla collaborazione con sindacati, associazioni di quartiere e operatori del terzo settore.
Il progetto "Alleanza Spid" aveva così promosso l’inclusione digitale, tramite il provider Register.it (SpidItalia), che era stato selezionato a seguito di avviso pubblico e apposito contratto. Adesso, però, l'incresciosa situazione rischia di minare il sistema, che si fondava sul principio di gratuità, soprattutto per le fasce più fragili della popolazione.
Si valutano altri operatori
«È grave che un cambiamento così rilevante, che impatta su migliaia di cittadini, non sia stato comunicato ai Comuni da parte del Governo - ha commentato l'assessore a Servizi demografici e Innovazione, Giacomo Angeloni -. I Comuni in questi anni hanno lavorato molto per facilitare l’accesso allo Spid come strumento chiave per i servizi digitali. Chiediamo l’immediato rifinanziamento del sistema, per evitare che i costi ricadano sulle persone».
Nelle prossime settimane, Palazzo Frizzoni valuterà l’erogazione dello Spid tramite Register.it, poiché diventato a pagamento, e avvierà un potenziamento dei servizi, per formare e rafforzare il supporto ai cittadini sull’utilizzo della Carta d’identità elettronica (Cie) come strumento alternativo per accedere ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione.
«In parallelo - ha concluso Angeloni -, verrà avviata un'indagine di mercato per verificare la disponibilità di altri operatori o provider, che possano continuare a offrire gratuitamente il servizio ai cittadini». L'assessore ha ricordato che, oltre che con Spid, è possibile accedere ai servizi digitali della pubblica amministrazione anche tramite la Carta di identità elettronica e la Carta nazionale dei servizi (Cns).
E’ dai tempi di: “uscite tutti!! Andare in città alta a mangiare la pizza” di Giorgino Gori che non mi fido più del comune di Bergamo.. e dei bergamaschi che hanno avuto il coraggio di rivotarli
Mai fidarsi di questo governo i soldi li trova per dimezzare i costi ai balneari,per azzerare le spese a chi non ha pagato le tasse ,per le armi ,per un ponte,per i problemi degli onesti cittadini non resta nulla....
Governo italiano continua a fare acqua e a tornare sempre piu indietro
Ci fossilizziamo su un problema secondario : lo SPID, rusolvibile con CIE ID o Carta dei servizi ma non vediamo il vero problema, il collegamento ad internet quello si a pagamento gravoso e tutte le Amministrazioni Pubbliche PRETENDONO che si usi la via digitale per risparmiare costi di personale e quant'altro a spese dei collegamenti pagati dai cittadini.
Pantani informati, solo la conoscenza ci rende liberi