Lo stop allo scalo merci di Bergamo: protestano gli operatori. Gli enti locali: «Lo sapevano da anni»
Cisaf e Lotrafer hanno ritenuto non idonea la soluzione di Rovato, ma anche Cortenuova andrà per le lunghe (ma ci sarebbe una bozza)
Tra quattro giorni, ovvero lunedì 4 settembre, alle 14 partirà l'ultimo treno dallo scalo merci di Bergamo. Il convoglio partirà alla volta della Svezia, con a bordo materiale di recupero. Dopo, cesserà ogni attività e la Bergamasca rimarrà quindi senza un'infrastruttura.
Mancano alternative
Le alternative al momento non ci sono, anche perché il progetto per il nodo intermodale di Cortenuova, arrivato sul tavolo del Ministero delle Infrastrutture e attenzionato dagli enti locali, verrà realizzato solo nel lungo periodo. Rfi aveva proposto temporaneamente il trasferimento a Rovato, ma l'idea non era andata bene agli operatori, che l'avevano definita tecnicamente impraticabile.
Lo stop alle attività arriverà per consentire gli interventi alla stazione cittadina, che riguardano il treno per Orio a Porta Sud. Tuttavia, nel frattempo l'accordo per una soluzione condivisa è naufragato e da Confindustria si dichiara che il territorio ha bisogno di una logistica più efficiente e all'avanguardia, per supportare il suo tessuto economico. I due operatori dello scalo, Cisaf e Lotrafer, tramite gli amministratori Andrea Callioni e Roberto Todisco, protestano sia per la situazione dei loro dipendenti, che da settimana prossima si ritroveranno fermi, che per l'indotto, dato che centinaia di persone non potranno più contare sui loro servizi.
La Bergamasca rimane senza il servizio
Per entrambi, in ogni caso, la proposta di spostarsi a Rovato non era idonea e si potrebbe anche considerare il progetto di Cortenuova, che però andrà per le lunghe e, al momento, non ci sono tempi e risorse certe. Hanno poi criticato gli enti locali, ovvero Comune e Provincia, dicendo che non sono stati in grado di trovare una soluzione che trovasse tutti d'accordo. La chiusura, però, comporterà anche un aumento del trasporto su gomma, che del resto si renderà necessario in assenza di collegamenti con i treni.
A protestare è anche il segretario provinciale degli autotrasportatori Fai, nonché rappresentante del trasporto merci al Consiglio della Camera di Commercio, Doriano Bendotti: ha definito la chiusura dello scalo merci un fallimento della politica amministrativa e imprenditoriale bergamasca, dato che sono trent'anni che si parla di una nuova infrastruttura, ma non si è mai trovata una soluzione adeguata. Col risultato, ha affermato, che adesso la Bergamasca è l'unica in Lombardia senza questo servizio fondamentale.
Gli enti locali respingono le accuse
Le accuse, però, sono state respinte ai mittenti dagli enti locali: Giorgio Gori ha puntualizzato di aver firmato proroghe per otto anni, affermando anche che gli operatori hanno avuto poca iniziativa, dato che erano stati proposti Rovato e Cortenuova. In particolare, il primo cittadino ha osservato che Cisaf e Lotrafer all'inizio erano favorevoli a Rovato, ma poi hanno cambiato idea.
Gli fa per certi versi eco dalla Provincia Pasquale Gandolfi, anche lui a sottolineare come l'opinione negativa su Rovato sia arrivata troppo tardi. L'assessore regionale Claudia Maria Terzi, da parte sua, ha precisato che pur non avendo competenza diretta anche il Pirellone si era interessato, ma gli operatori sapevano da anni che quel punto avrebbe chiuso.
Nel frattempo, si sta procedendo su Cortenuova e Rfi con gli enti locali starebbe lavorando a una bozza. In via tasso, intanto, è arrivato lo studio dell'Università su infrastrutture e logistica. Per realizzare il polo intermodale, proposto da Cfs Srl, con dentro Msc e Vitali, si dovrà aspettare, e non poco.