Lotta al pesce siluro (specie in aumento): nell'Adda catturati esemplari per 1.488 kg
L’anno scorso ne sono stati catturati 698, nel 2019 erano stati 295 quelli finiti nelle reti dei pescatori. Zona critica anche la confluenza con il Brembo
La presenza massiccia del pesce siluro è un serio problema per la tutela dell’habitat dei fiumi bergamaschi, visto che da giovane questa specie è in grado di mangiare pesci e invertebrati in una quantità pari al 10 per cento del suo peso totale. Ma in quali zone e in quali corsi d’acqua si concentrano i siluri?
A farne le spese è soprattutto l’Adda: il nucleo principale pare concentrarsi nel tratto compreso tra il bacino di Trezzo e quello di Vaprio-Fara Gera d’Adda, nel quale si evidenziano però dei cali significativi di catture negli ultimi anni. La presenza maggiore di pesci siluro, sia in termini di biomassa sia di taglia media, è invece nella porzione compresa tra la confluenza con il Brembo e la traversa di Sant’Anna, forse a causa dell’effetto delle piene.
In generale, secondo l’ultima analisi diffusa dal Parco Adda Nord, la popolazione dei siluri risulta particolarmente radicata, riproduttiva e strutturata. È un pesce che preferisce vivere in tratti a corrente moderata e a elevate profondità.
Alcuni dati sulle catture
L’anno scorso sono stati catturati 698 esemplari, per 1.488 chilogrammi totali di biomassa smaltita. Nel 2019 erano stati 295 i pesci siluri finiti nelle reti dei pescatori, per 1.350 chilogrammi di biomassa. Rispetto al 2019, però, non sono stati catturati i cosiddetti “grandi riproduttori”: non sono stati registrati infatti siluri lunghi più di 180 centimetri e di peso superiore ai 36 chilogrammi (può superare i 2,5 metri e i 100 chili di peso).
Tra il 2019 e il 2020 si nota un sostanziale aumento sia numerico che di biomassa in termini assoluti. Tuttavia lo scorso anno sono state effettuate molte più bonifiche e, di conseguenza, è evidente un calo delle catture per ogni singolo intervento.
Fare un confronto preciso tra le due annate quindi non è semplice, anche a causa delle differenti condizioni dell’Adda: nel 2020, ad esempio, a causa delle condizioni idrologiche, non si sono potute fare indagini nella sezione del canion di Leonardo.
Prospettive per il futuro
A maggio Regione Lombardia ha nuovamente assegnato un contributo di 200 mila euro in favore degli enti parco fluviali e delle riserve naturali per limitare la diffusione di questa specie invasiva, originaria dei bacini del Mar Nero, Caspio e Baltico.
Anche quest’anno, quindi, il Parco Adda Nord parteciperà al bando regionale che assegnerà i fondi, prima di coordinare le proprie attività con quelle programmate saltuariamente da altri soggetti quali, ad esempio, i pescatori della Fipsas verso il Lecchese.
L’obiettivo è di tutelare la conservazione delle specie ittiche autoctone, pianificando interventi nel medio-lungo periodo, valorizzando le esperienze passate, affinando le aree e i periodi di intervento e riducendo la pressione esercitata dai pesci siluro.